Giacomo OBERTO

 

APPUNTI PER UN CORSO

DI INFORMATICA GIURIDICA

 

CAPITOLO II

IL C.E.D. DELLA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

Sommario:

·      1. Il C.E.D. della Corte di cassazione. Generalità.

·      2. Il C.E.D. della Corte di cassazione. Il sistema ItalgiureWeb.

·      3. Il C.E.D. della Corte di cassazione. Modalità di accesso e costi.

·      4. Il C.E.D. della Corte di cassazione. Manuali e informazioni sul sistema ItalgiureWeb.

·      5. Gli archivi del C.E.D. (in generale).

·      6. I canali di ricerca negli archivi del C.E.D.

·      7. I possibili sistemi di ricerca negli archivi del C.E.D.

·      8. Vantaggi e limiti della ricerca con l’ausilio di strumenti informatici (in particolare nelle banche dati giuridiche del C.E.D.). I vantaggi.

o    8.1. Segue. La memoria del computer in aiuto alla memoria umana.

o    8.2. Segue. La memoria del computer contro errori di stampa e citazioni sbagliate.

o    8.3. Segue. La memoria del computer contro certi luoghi comuni.

·      9. I limiti della ricerca informatizzata.

·      10. Il servizio «Recentissime dalla Corte».

·      11. Ricerca di una sentenza civile in ItalgiureWeb conoscendone gli estremi.

·      12. Ricerca per anno.

·      13. Ricerca del luogo di edizione o annotazione di una sentenza.

·      14. Il sistema degli allarmi (cenni): i precedenti e successivi; gli allarmi costituzionali.

·      15. La ricerca per dati lessicali. Premessa. Il canale «Parole», il thesaurus e i lemmi.

o    15.1. Segue. La ricerca pluridato e uso degli operatori logici con i dati lessicali.

o    15.2. Segue. Troncamento, mascheramento e rosa dei lemmi.

o    15.3. Segue. La ricerca a livello di sintagmi.

o    15.4. Segue. Il controllo di sequenza e di prossimità: gli operatori logici ADJ e NEAR.

o    15.5. Segue. La ricerca mediante le parole concettuali.

o    15.6. Segue. La ricerca mediante «catene analogiche» e «catene sintagmatiche»: i comandi di relazione «test» e «link».

·      16. La ricerca per dati normativi.

·      17. La ricerca per dati classificatori.

·      18. Le analisi spettrali.

·      19. L’archivio Merito e l’archivio Dottrina.

·      20. L’archivio Lexs.

·      21. La giurisprudenza costituzionale.

 

 

1. Il C.E.D. della Corte di cassazione. Generalità.

 

Il Centro Elettronico di Documentazione (C.E.D.) della Corte Suprema di Cassazione è un vero e proprio ufficio della Cassazione medesima, costituito tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta del secolo scorso, dapprima come un’emanazione dell’Ufficio Massimario e quindi come struttura autonoma; ospitato originariamente nel «Palazzaccio» di P.zza Cavour, è stato successivamente trasferito in un quartiere periferico di Roma. Esso contiene numerosi archivi, mediante i quali è possibile effettuare un’ampia ed esaustiva ricerca, oltre che giurisprudenziale, anche legislativa e dottrinale senza contare la normativa regolamentare, le circolari ministeriali, i contratti collettivi, le ordinanze e i regolamenti comunali e di altri enti.

 

Fortemente voluto da un gruppo di intraprendenti magistrati (tra cui Renato Borruso, Alessandro Falcone, Vittorio Novelli e Ugo Berni Canani) tra gli anni Sessanta e Settanta, il Centro prese ad organizzare, in modo automatizzato (con il sistema dell’information retrieval), le massime della Corte Suprema di Cassazione in particolare e i documenti giuridici in generale dando vita al sistema ITALGIURE FIND. La prima dimostrazione pubblica delle potenzialità del computer del Centro fu data il 21 marzo 1969 quando l’UNIVAC (la società fornitrice dell’elaboratore centrale) diede un saggio di ricerca e di riproduzione automatica delle massime giurisprudenziali della Suprema Corte. Il primo ottobre entrò quindi in funzione il nuovo calcolatore che venne immediatamente impiegato per la memorizzazione e il controllo delle firme raccolte per il referendum abrogativo della legge istitutiva del divorzio. I primi collegamenti di alcuni uffici giudiziari con le banche dati centrali vennero effettuati nel 1973.

 

Nel 1985 venne istituita la nuova sede del C.E.D. (in via D. Chiesa 24, Roma). In quell’occasione fu presentata anche la nuova versione potenziata e migliorata del sistema operativo dell’elaboratore centrale (Italgiure Find 2) che permetteva, fra le altre funzioni, quella dell’autoapprendimento del sistema sulla base delle ricerche effettuate dalla massa delle utenze.

 

Il Centro Elettronico di Documentazione contiene attualmente una raccolta di oltre 35 milioni di documenti costantemente aggiornati (testi legislativi, sentenze e Gazzette Ufficiali reperibili dal 1860 in poi). Tutta questa massa di dati è stata gestita, come si diceva, per diversi anni, da un sistema unitario, chiamato Italgiure-Find, che però presentava notevoli particolarità a livello di ciascun archivio. Di tale programma è stata disponibile per diversi anni una versione semplificata, realizzata dal C.E.D.: si trattava, più esattamente, di un’interfaccia tra il sistema Italgiure e Windows, denominata Easy Find, in grado di rendere il primo meglio integrato nell’ambiente Windows e di autmatizzare una serie di manovre (per esempio: aperture incidentali di più archivi) che nel sistema Italgiure sarebbero risultate assai più complesse.

 

 

2. Il C.E.D. della Corte di cassazione. Il sistema ItalgiureWeb.

 

Con l’avvento di Internet le banche dati del C.E.D. si è reso disponibile, al sito www.italgiure.giustizia.it, il nuovo sistema di ricerca documentale nella Banca dati della Corte di Cassazione, denominato ItalgiureWeb.

 

Lo sviluppo del nuovo sistema è stato realizzato dalla società SchlumbergerSema con la tecnologia XML (eXtensible Markup Language) del motore Extraway® della 3D Informatica e con la rete semantica della Expert Systems. L’utilizzo della tecnologia XML permette di memorizzare le informazioni dati in file di testo, racchiudendoli entro marcatori personalizzati allo scopo di rendere le applicazioni web di grande comprensione e longevità.

 

Il progetto è stato realizzato nell’ambito del piano di e-government del 2001, tenendo conto delle direttive CNIPA (ex AIPA) in tema di interoperabilità e cooperazione applicativa tra sistemi della pubblica amministrazione. L’interoperabilità è stata realizzata attraverso l’interazione con la rete unitaria (RUPA/RUG), mentre la cooperazione applicativa è stata realizzata attraverso l’adozione dello standard XML per la marcatura dei testi, con particolare riferimento alla definizione della DTD per i documenti legislativi (progetto NIR), e dello standard URN per l’accesso unificato ai documenti. Il sistema ha tenuto conto delle specifiche in tema di sicurezza dei sistemi della Pubblica Amministrazione esposti su Web. Inoltre il team di progetto ha collaborato alla ricerca, denominata PRUE, curata dalla Comunità Europea, cui ha aderito il Ministero della Giustizia DGSIA, finalizzata a migliorare lo scambio comunicativo tra clienti e fornitori.

 

Il Centro elettronico di documentazione della Corte suprema di cassazione svolge un servizio pubblico di informatica giuridica, per diffondere la conoscenza della normativa, della giurisprudenza e della dottrina giuridica. I dati inseriti nel C.E.D. costituiscono una banca di dati e sono soggetti alla disciplina dettata dalla normativa vigente (vedi art. 1 del DPR 195 del 2004).

 

La consultazione delle banche dati del C.E.D. avviene tramite il sistema di ricerca ItalgiureWeb che si basa su tecnologie web oriented. L’accesso per le categorie a pagamento è regolamentato dal DPR 322 del 1981, modificato dal DPR 759 del 1985, dal DPR 195 del 2004, e dal recente DM 7 febbraio 2006.

 

Un servizio di helpdesk è disponibile chiamando:

·      dal lunedì al venerdì, dalle ore 8:30 alle ore 14:30 (+39 06 6883 3943)

·      per info tecniche: lun-ven 8:30/18:00; sabato 09:00/12:00 (+39 06 6818 8433)   

Gli operatori assistono l’utente nella risoluzione di problematiche generali inerenti l’accesso e l’utilizzo del sistema.

 

 

3. Il C.E.D. della Corte di cassazione. Modalità di accesso e costi.

 

Problematiche di carattere generale hanno impedito che si potesse affrontare in modo organico la revisione della normativa che riguarda l’accesso al servizio di informatica giuridica fornito dal CED della Corte di cassazione. Il Decreto del Ministero della Giustizia 7 febbraio 2006 si limita ad introdurre alcune modifiche indispensabili per rendere compatibili le modalità di calcolo dei consumi, pensate per il «vecchio» EasyFind negli anni 1980, con il nuovo sistema ItalgiureWeb basato, invece, su tecnologie web oriented. Il Decreto sopra citato prevede nuove modalità di tariffazione del servizio di informatica giuridica del CED. Le principali novità riguardano l’eliminazione del parametro dei caratteri in output, la diversa modalità di calcolo del tempo di collegamento, i costi unitari e le fasce orarie. Sono introdotte inoltre modifiche alla disciplina delle ricerche a pagamento presso gli uffici giudiziari e alle tariffe dei corsi di formazione organizzati dal CED.

 

Sulla base della normativa in vigore, alcune categorie di utenti hanno diritto ad accedere gratuitamente ad ItalgiureWeb. Le pubbliche amministrazioni ed i privati che non rientrano fra gli utenti ad accesso gratuito, sono suddivisi per categorie di appartenenza come indicato indicato in tabella. Nell’eventualità che l’interessato non individui con esattezza la propria categoria di appartenenza, e non rientri tra gli utenti ad accesso gratuito, può inviare una richiesta al CED nella quale dovrà specificare oltre alle proprie generalità ed un recapito, anche la professione svolta o l’ente di appartenenza.

 

Di seguito i passi da seguire per abbonarsi ad ItalgiureWeb (per qualunque chiarimento contattare i numeri 06 3508317/384/477):

 

·      1 Stampare la domanda di ammissione al servizio con il promemoria dei documenti richiesti.

·      2 Individuare la categoria di appartenenza e scegliere il tipo di concessione (in abbonamento, nel caso in cui si voglia disporre di 1000 minuti di collegamento l’anno e pagare solo le eccedenze a tale limite, oppure con fatturazione, nel caso in cui si voglia pagare per ogni minuto di collegamento effettuato).

·      3 Stampare e compilare il contratto per la concessione corrispondente alla propria categoria (in abbonamento o con fatturazione, vedi sopra), avendo cura di apporre una firma in fondo ad ogni pagina del contratto stesso.

·      4 Versare l’importo relativo al canone annuo in base alla categoria di appartenenza ed alla concessione prescelta sul c/c postale intestato alla competente sezione della Tesoreria Provinciale dello Stato, indicando la causale: «canone per utenza di informatica giuridica imputabili al capo XI, cap, 2408».

·      5 Effettuare il deposito cauzionale d’importo pari a quello del canone seguendo le indicazioni fornite dalla Tesoreria Provinciale dello Stato per l’apertura di un deposito in numerario.

·      6 versare l’importo di € 168,00 sul c/c postale n. 871012 intestato alla Tesoreria Provinciale dello Stato di Roma, indicando come causale: «spese di registrazione della convenzione e diritti di copia con imputazione al capo XI, cap. 3526».

·      7 Inviare con raccomandata A/R la domanda di ammissione e tutta la documentazione richiesta al CED della Corte Suprema di Cassazione - via Damiano Chiesa, 24 - 00136 ROMA

Per quanto attiene ai costi del servizio, come risulta evidente dalla tabella richiamata riportata e dalle indicazioni desumibili dal D.M. 7 febbraio 2006:

 

1.   Il pagamento del canone di abbonamento al servizio di informatica giuridica del Centro elettronico di documentazione della Corte di cassazione (C.E.D.) consente il collegamento per 1000 minuti l’anno. Per le ricerche compiute in eccedenza a tale limite, l’utente è tenuto al pagamento: per la categoria A, di Euro 0,50 per ogni minuto di collegamento; per la categoria B, di Euro 1,00 al minuto e, per la categoria C, di Euro 1,25 al minuto.

2.   Per le concessioni a fatturazione il costo di collegamento è di Euro 1,25 al minuto.  

3.   I parametri di cui ai punti 1 e 2 sono moltiplicati per 1,5 per le ricerche effettuate tra le ore 10 e le ore 14 e per 0,50 per le ricerche effettuate dalle ore 20 fino alle ore 10.

 

Il D.M. 7 febbraio 2006 ha introdotto una modifica di particolare interesse per l’utente a pagamento, riguardante il tempo di collegamento, che è dato dal lasso temporale effettivamente impiegato dal server per soddisfare le richieste dell’utente. Sono esclusi dai calcoli i «tempi intercorrenti tra l’invio della risposta all’utente e la ricezione di una nuova richiesta da parte di quest’ultimo»; in altre parole non sono considerati sia i tempi utilizzati dall’utente per leggere le schermate, navigare in altri siti, effettuare operazioni sul computer locale, ed altro, sia quelli dovuti alla rete e/o al PC utilizzato. In ogni caso, si possono riscontrare differenze significative nei tempi di collegamento a secondo degli archivi interrogati, del tipo di comando utilizzato e delle risposte ottenute (selezioni di documenti, titoli in anteprima, documenti in visualizzazione, ecc.).

 

Per agevolare l’utente che intende comprendere come evolve il calcolo dei propri consumi, è stato predisposto un pulsante, nella schermata di ricerca, che consente di conoscere il tempo di collegamento nella giornata. Per l’utente che fa un uso costante del sistema, appare consigliabile la soluzione concessione in abbonamento, che assicura collegamenti per 1000 minuti l’anno.

 

Per ulteriori informazioni cliccare qui.

 

 

4. Il C.E.D. della Corte di cassazione. Manuali e informazioni sul sistema ItalgiureWeb.

 

Il sistema ItalgiureWeb è quanto mai complesso. Fortunatamente sono disponibili online diversi strumenti che possono agevolare la comprensione di tutte le funzioni e le utilità di siffatto nuovo strumento.

 

In primo luogo un manuale diviso in due parti è disponibile in formato (zippato) .pdf nella homepage www.italgiure.giustizia.it, cliccando sul tasto «manuale utente». I relativi indirizzi web sono i seguenti:

 

·      http://www.italgiure.giustizia.it/nifuser/download.asp?file=Manuale_Utente_v15.0.zip

·      http://www.italgiure.giustizia.it/nifuser/download.asp?file=Esempi_di_ricerca_15.0.zip

 

In secondo luogo un manuale utente è attivabile cliccando sul punto interrogativo che compare in alto a destra sulla barra dei comandi (o barra dei pulsanti), visibile in ogni archivio:

 

 

 

In terzo luogo, ogni archivio consente l’accesso ad una serie di informazioni e spiegazioni pratiche, cliccando sul punto interrogativo rosso che compare, in basso a sinistra, su ciascuna delle «linguette» delle varie cartelle dei canali, che consentono di attivare i diversi canali:

 linguetta

aiuto in contesto

Ricerca sintetica

linguetta

Parole e

Classificazione

linguetta

Riferimenti

Normativi

linguetta

Riferimenti

Giurisprudenziali

linguetta

Estremi e

Parti

 

Infine, un dettagliato corso, di notevole utilità, è disponibile tramite il sistema di e-learning chiamato «Sinfodia», accessibile cliccando sull’apposita icona, nella parte in basso a destra della home page: http://www.italgiure.giustizia.it.

 

 

5. Gli archivi del C.E.D. (in generale).

 

Gli archivi del C.E.D. non sono altro che vere e proprie banche dati elettroniche, cioè (v. il Capitolo I di questi appunti) «collezioni di dati organizzati e omogenei concernenti uno o più argomenti affini, gestite da un calcolatore e messe a disposizione degli utenti non informatici mediante un linguaggio di interrogazione appropriato».

 

Possiamo quindi dire che gli archivi sono ripartizioni della memoria centrale e, se vogliamo usare una similitudine tratta dal «mondo reale», possiamo immaginarli come altrettante stanze di un’enorme biblioteca, delle stanze nelle quali il materiale è inserito seguendo un criterio tematico: ognuna di esse sarà quindi dedicata ad un determinato argomento. Tornando alla distinzione tra banche dati giuridiche documentali e fattuali possiamo dire che si tratta (per lo meno nella maggior parte dei casi) di banche dati giuridiche documentali.

 

L’elenco completo degli archivi online è disponibile semplicemente posizionandosi sulla homepage del servizio ItalgiureWeb: http://www.italgiure.giustizia.it:

 

ItalGiureWeb - Corte Suprema di Cassazione

 

Archivi normativi

CIR - Circolari ministeriali

CODICI - Dispositivi Corte Costituzionale

CONVES - Archivio Accordi Internazionali

COSTIT - Dispositivi Corte Costituzionale

ECO - Normativa in materia ambientale

ECOGEO - Provv.vincoli idrogeol.

EURLEX - Normativa comunitaria

LAVORO - Contratti collettivi

LEXR - Legislazione regionale

LEXS - Legislazione statale

TITCON - Titoli Accordi Internaz.

TITLEX - Titoli legislazione statale

 

Archivi giurisprudenziali

ACQUE - Tribunale Superiore delle Acque

CIVILE - Massime civili Corte Cassazione

CONCIV - Contrasti Giurisprudenziali

CONSTA - Consiglio di Stato

CORTEC - Corte dei Conti

COSTMS - Massime Corte Costituzionale

COSTSN - Sentenze Corte Costituzionale

EURIUS - Sentenze Corte di Giustizia

MERITO - Giurisprudenza di merito

PENALE - Massime penali Corte Cassaz.

SNCIV - Sentenze civili Corte Cassazione

SNPEN - Sentenze penali Corte Cassaz.

TAR - Tribunali Amministrativi Regionali

TRIBUT - Commissioni Tributarie

 

Archivi dottrinali

SCHEMA - Schemi Classif. Corte Cassaz.

SCHEMB - Schemi Classif. Corte Cassaz.

DOTTRINA - Riviste, monografie e sentenze edite

 

 

Cercando di riassumere, va detto che gli archivi più importanti e consultati sono fondalmente riconducibili a tre tipi:

  • a) legislativi (o normativi);
  • b) giurisprudenziali;
  • c) dottrinali (e bibliografici). 

 

 

6. I canali di ricerca negli archivi del C.E.D.

 

Iniziamo subito con il dire che per il concetto di «canale di ricerca» non esiste una (come si è visto invece per gli archivi) una similitudine nel «mondo reale»: i canali NON sono, tanto per dire, gli «scaffali» in cui si suddividono le stanze (cioè gli archivi) della biblioteca virtuale; essi NON sono dunque sottoripartizioni di archivi. Il canale è invece una modalità di ricerca applicata alla consultazione dell’archivio: un metodo di ricerca, dunque, un sistema, una via, per ritrovare nell’archivio tutti i documenti che ci interessano e solo quelli, scongiurando in tal modo sia l’effetto «silenzio» che l’effetto «rumore».

 

I canali di ricerca sono moltissimi e variano da archivio a archivio; essi sono peraltro evidenziati nella maschera di ricerca di ogni archivio e suddivisi per categoria. Essi sono, cioè, ordinati per argomenti, cui corrispondono altrettante «cartelle» o «linguette» che, sporgendo, evidenziano il contenuto di ognuna di esse in relazione ai canali disponibili. Cliccando su ognuna di esse sarà possibile attivare una serie di canali di ricerca.

 

Così, ad esempio, nell’archivio civile, i gruppi di canali sono i seguenti:

 

·      ricerca sintetica,

·      parole e classificazione,

·      riferimenti normativi,

·      riferimenti giurisprudenziali,

·      estremi e parti.

 

Cliccando su ognuna delle «linguette» (ed eventualmente sul punto interrogativo rosso, per ricevere informazioni), si accede ai vari canali. Cliccando sui nomi dei canali sarà possibile compiere delle «analisi spettrali» (su cui v. infra, § 18), cioè delle esplorazioni dell’archivio (o del pacchetto di documenti selezionati) in relazione al parametro fornito dal canale.

 

E’ possibile tentare, anche per i canali (come si è fatto per gli archivi) una sorta di catalogazione, o comunque di ripartizione in grandi categorie? A mio avviso sì, nel modo seguente (e, ovviamente, senza la pretesa di inquadrare in queste categorie tutti i canali online di tutti gli archivi, ma solo i più usati).

 

  • In primo luogo va detto che vi sono canali che esistono e hanno un senso in alcuni specifici tipi di archivio e non in altri; altri canali, invece, sono adattabili a (e conseguentemente esistono in) tutti gli archivi del C.E.D. (rectius: in quasi tutti gli archivi; certamente in tutti quelli di informatica giuridica documentale).

·        Per esempio, il canale «Parole» (che caratterizza la ricerca per parole testuali), esiste e funziona in quasi tutti gli archivi; lo stesso è a dirsi per il canale dell’anno («Anno»).

·        Canali, invece, quali «Presidente» o «Estensore», invece, esistono ed hanno un senso solo negli archivi giurisprudenziali. Il canale «Autore» esiste ed ha un senso solo nell’archivio Dottrina.

 

Una possibile classificazione dei canali è legata ai diversi sistemi di ricerca immaginabili nel sistema ItalgiureWeb (su cui v. il § seguente).

 

 

7. I possibili sistemi di ricerca negli archivi del C.E.D.

 

I sistemi di ricerca astrattamente immaginabili all’interno di una banca dati giuridica (ed effettivamente applicabili nelle banche dati del C.E.D.) sono tre, a seconda del tipo di dati di ricerca impiegati. Dato di ricerca è proprio quell’elemento che viene inserito nella stringa di ricerca (cioè nella sequenza alfanumerica di dati che presentiamo al sistema per formulare la nostra interrogazione) all’interno della casella relativa ad un certo canale; è l’informazione che noi inseriamo nel canale per ottenere dal sistema i documenti che stiamo ricercando.

 

Dato di ricerca =

quell’elemento che viene inserito nella stringa di ricerca dopo la specificazione del canale; è l’informazione che noi inseriamo nel canale per ottenere dal sistema i documenti che stiamo ricercando.

Stringa di ricerca =

 sequenza alfanumerica di dati che presentiamo al sistema per formulare la nostra interrogazione. 

 

I dati di ricerca sono classificabili all’interno di queste tre grandi categorie:

  • a) lessicali,
  • b) normativi,
  • c) classificatori.

 

Conseguentemente, anche i canali di ricerca saranno riconducibili a questa stessa tripartizione:

  • a) lessicali,
  • b) normativi,
  • c) classificatori.

 

Esemplificando (e riportando qui solo alcuni degli innumerevoli canali online):

  • Canali lessicali:
    • nomi propri:
      • Estensore
      • Presidente
      • Autore
    • nomi comuni:
      • Parole

 

  • Canali normativi (articoli di codici, di leggi speciali o di altri testi normativi):
    • Riferimenti normativi
    • Norma oggetto del giudizio (negli archivi Costit, Costms e Costsn)

 

  • Canali classificatori:
    • Classificazione-Grande voce
    • Classificazione-Piccola voce

 

N.B.: i dati e i canali classificatori corrispondono alla seguente «filosofia»: tutto lo scibile giuridico è stato ripartito in vari gruppi di materie, a loro volta sottoripartiti in sottogruppi e sotto-sottogruppi; a ciascuno di essi viene attribuito un numero, digitando il quale vengono presentati i documenti che risultano contraddistinti da tale numero (sul tema v. in dettaglio infra, § 17).

 

Passiamo ora ad un esempio concreto, qui riportato al solo fine di ricapitolare la distinzione tra i concetti di apertura di sessione di ricerca, archivio, canale, dato.

 

Se ricerco la giurisprudenza della Cassazione in materia di atti compiuti da un coniuge in comunione legale senza il necessario consenso dell’altro (art. 184 c.c.) dovrò operare come segue.

 

* * *

 

1) Innanzi tutto debbo effettuare l’

APERTURA DELLA SESSIONE DI RICERCA

 

http://www.italgiure.giustizia.it

 

* * *

 

2) Quindi devo procedere all’

APERTURA DELL’ARCHIVIO

 

Cliccare su «Civile» 

 

* * *

 

3) A questo punto devo procedere all’

IMPOSTAZIONE DEL CANALE E DEL DATO (O DEI DATI) DI RICERCA

 

Clicco su «Riferimenti normativi»

A fianco del canale: «Estremi» compongo la stringa seguente:

art. 184 c.c.

 

La ricerca di cui sopra è avvenuta con c.d. «linguaggio naturale». In alternativa posso scegliere il riferimento al codice civile nella casella «Tipo» e quindi digitare 184 nella casella «Articolo».

 

Quale delle tre vie (ricerca per dati normativi, lessiclali e classificatori) è la migliore? Non ne esiste a priori una più corretta delle altre; anzi, teoricamente, dovrei percorrerle tutte e tre, posto che nessuna di esse va esente da possibili errori.

 

Immaginiamo, per esempio, che io stia effettuando una ricerca sulla responsabilità aquiliana in generale.

 

  • Inserendo solo i dati normativi (artt. 2043 ss. c.c.) corro un duplice rischio:
    • di perdere tutti quei documenti in tema di responsabilità extracontrattuale nei quali i massimatori del C.E.D. per dimenticanza o errore non hanno inserito il relativo riferimento normativo;
    • di perdere inoltre tutti quei documenti che fanno richiamo ad una ipotesi di responsabilità aquiliana non contenuta negli artt. 2043 ss. c.c. (si pensi, tanto per fare un esempio, all’art. 1669 c.c., o alle ipotesi di responsabilità extracontrattuale regolate al di fuori del c.c., dal codice della navigazione, alle leggi speciali in tema di tutela dei consumatori, protezione dell’ambiente, particolari attività pericolose, ecc.).
  • Inserendo solo i dati classificatori (Grande voce: 148) corro lo stesso genere di rischio di cui alla prima ipotesi del punto precedente.
  • Inserendo solo i dati lessicali corro i rischi connessi alla mia (eventualmente limitata) conoscenza della materia o comunque alla mia (eventualmente) scarsa attenzione nella confezione della stringa di ricerca: così, se utilizzo solo i termini «responsabilità» e «aquiliana» perdo i documenti che trattano di questo argomento utilizzando i termini responsabilità extracontrattuale o responsabilità civile tout court.

 

Ma il tempo a disposizione è sempre poco: e l’esperienza dimostra che solo la conoscenza della materia e l’esperienza maturata nelle precedenti ricerche ci indicheranno quale sia la via da seguire caso per caso. Il più delle volte la soluzione risiede in un accorto uso combinato dei tre tipi di ricerca (soprattutto di quella per dati lessicali e di quella per dati normativi), tenuto conto, nella formulazione delle stringhe di ricerca, dell’importanza degli operatori logici dell’algebra booleana (su cui v. infra, §§ 15.1, 15.4).

 

In linea generale può dirsi ancora che la ricerca per dati lessicali (e soprattutto quella per parole testuali) si consiglia nel caso di ricerche su temi del genere di quelli che definirei «di costruzione giuridica», quei temi, cioè su cui (in genere) non esiste una normativa ad hoc, ovvero esistono disposizioni troppo sparse ed eterogenee per poter essere ricondotte ad unità, e dunque ad un’univoca e precisa stringa di ricerca di tipo normativo, e, nello stesso tempo, laddove sono individuabili termini lessicali sufficientemente selettivi.

 

Tipici esempi al riguardo potrebbero essere rappresentati dalla convivenza more uxorio, dalla vendita «aliud pro alio», dalla clausola testamentaria «si sine liberis decesserit», dagli istituti della presupposizione, del negozio giuridico, ecc., e in generale per ciò che riguarda argomenti riconducibili ad espressioni caratteristiche e dotate di estrema selettività, preferibilmente in lingua latina o straniera.

 

 

8. Vantaggi e limiti della ricerca con l’ausilio di strumenti informatici (in particolare nelle banche dati giuridiche del C.E.D.). I vantaggi.

 

Prima di procedere all’illustrazione più dettagliata della ricerca negli archivi del C.E.D. sarà opportuno presentare una schematica illustrazione dell’utilità, ma anche dei limiti, della ricerca nelle banche dati elettroniche in generale ed in quelle del C.E.D. in particolare.

 

Vantaggi rispetto alla ricerca «tradizionale»:

  • velocità estrema,
  • diacronicità (caratteristica che rivela tutta la sua utilità specie per quelle materie in cui sono disponibili pochi documenti, sparsi su di un arco temporale di trenta o quarant’anni: si immagini di dover cercare precedenti in tema clausola «si sine liberis decesserit», vendita con patto di riscatto in frode al divieto del patto commissorio, responsabilità per caduta di neve o ghiaccio dal tetto di un edificio, danno al nascituro, ecc., consultando uno per uno, i repertori cartacei dal 1960 ad oggi...),
  • possibilità di «mirare» la ricerca con notevole precisione,
  • possibilità di percorrere più vie (cioè di seguire più metodi di ricerca) per arrivare ad un medesimo risultato, con la conseguente possibilità di rimediare agli errori eventualmente compiuti,
  • notevole livello e grande velocità di aggiornamento delle banche dati (si pensi solo al fatto che i repertori «cartacei» sono pubblicati nei mesi di luglio-settembre dell’anno successivo!),
  • segnalazione dei precedenti (e... dei «successivi»!) conformi, difformi o comunque collegati,
  • agevolazioni «logistiche» (non necessità di spostamento dell’utente, di effettuazione di fotocopie, possibilità di stampa immediata o di memorizzazione su disco, su pen drive, invio per posta elettronica, ecc.).

 

 

8.1. Segue. La memoria del computer in aiuto alla memoria umana.

 

Oltre a quelli che ho appena menzionato vi sono ancora altri vantaggi, che si prestano assai poco alla riduzione a semplici voci di uno schema, ma che ben possono essere illustrati a mezzo di semplici esempi. Il primo tipo di tali vantaggi consiste in quello che definisco come la possibilità di instaurare un vero e proprio «dialogo» tra il sistema e la memoria dell’utente, al fine di aiutare quest’ultima nel ragionamento che porterà a reperire i documenti ricercati. Accade assai sovente, infatti, che l’utente sia in possesso di alcuni dati che, se presi singolarmente, o comunque utilizzati in una ricerca di tipo tradizionale, possono risultare assai poco selettivi, se non addirittura totalmente inutilizzabili. Opportunamente presentati ad un servizio di interrogazione di una banca dati elettronica, quegli stessi dati possono portare al risultato sperato.

 

Immaginiamo, per esempio, che voglia reperire il leading case in materia di diritto all’immagine dei personaggi famosi. Di questo ricordo solo che si tratta di una sentenza di svariati anni or sono, di cui era estensore il Pres. (allora Cons.) Borruso, in relazione ad una causa in cui era parte un famoso calciatore, che si era opposto alla produzione e commercializzazione di un bambolotto recante la sua effigie.

 

Ora, combinando questi due dati, posso pervenire nel giro di pochi secondi al risultato desiderato, operando come segue:

  • Apertura archivio Civile
  • Estremi e parti- Estensore: Borruso
  • Parole e classificazione-Parole-Intero testo: bambolotto

 

Immaginiamo ora di cercare il leading case in materia di diritto all’identità personale (antecedente, ovviamente, al riconoscimento legislativo ad opera della l. 31 dicembre 1996, n. 675 (art. 1), ora confluita nel t.u. denominato «Codice in materia di protezione dei dati personali» (d.lgs. 30 giugno 2003, n. 196). Di questo precedente ricordo solo che si trattava di un caso di travisamento del pensiero di un noto studioso, per ottenere una surrettizia forma di pubblicità di una nota marca di sigarette. Ora, combinando questo dato con quello del diritto all’identità personale, potrò pervenire nel giro di pochi secondi al risultato desiderato, operando come segue:

  • Apertura archivio Civile
  • Parole e classificazione- Parole- Intero testo: identità personale sigaretta;

oppure:

  • identità and personale and sigaretta

 

 

8.2. Segue. La memoria del computer contro errori di stampa e citazioni sbagliate.

 

Quante volte ci è capitato di imbatterci in refusi o in citazioni errate, che non ci permettono di reperire uno o più documenti, magari per noi essenziali. Orbene, proprio la ricerca informatizzata può aiutarci molto spesso a risolvere il problema.

 

L’esempio è tratto da una nota opera in materia di separazione personale dei coniugi e divorzio (M. Dogliotti, Separazione e divorzio, Utet, Torino, 1995, § 2, nota 45). Qui l’Autore cita, sul tema della possibilità per i coniugi di escludere concordemente l’adeguamento automatico dell’assegno di divorzio, la seguente sentenza:

 

Cass., 2 dicembre 1985, n. 6087.

Per reperire la pronunzia opero come segue:

  • Apertura archivio Civile
  • Estremi e parti – Numero: 6087
  • Estremi e parti – Anno: 1985

 

Ora, la massima della pronunzia predetta tratta di tutt’altra questione, che nulla ha a che vedere con la crisi coniugale. A questo punto, tenuto conto del fatto che l’errore si annida più sovente nel numero, che non nella data, procedo nel modo seguente, selezionando in base al canale della data:

 

  • Apertura archivio Civile
  • Estremi e parti – Data: 02/12/1985

 

Così operando ottengo 36 documenti.

A questo punto chiedo un’analisi spettrale per numero, semplicemente cliccando sul link relativo alla parola «Numero», ciò che dà luogo al seguente risultato:

 

Frequenza minima   Frequenza massima   Rappresentatività    


1

00654

 

1

00657

 

3

06013

 

1

06014

 

2

06015

 

1

06016

 

1

06017

 

1

06018

 

1

06019

 

3

06020

 

1

06021

 

1

06022

 

 

1

06023

 

1

06024

 

1

06025

 

2

06026

 

1

06027

 

1

06028

 

1

06029

 

1

06030

 

1

06031

 

1

06032

 

1

06033

 

1

06034

 

 

 

 

 

Sulla base di tali risultati appare evidente che il numero 6087 non può corrispondere ad una delle sentenze recanti tale data.

 

Imposto allora la seguente ricerca:

·      Parole e classificazione – Intero testo: assegno adegua* automatic*

 

ed ecco il risultato ottenuto:

 

Massime successive: Vedi     

Sez. 1, Sentenza n. 6017 del 02/12/1985 (Rv. 443159)

Presidente: LA TORRE A.  Estensore: TILOCCA E.  P.M. DI RENZO M. (CONF)

LUCCO contro VIRANO

082 FAMIGLIA  209 COMUNIONE LEGALE - IN GENERE

443159 FAMIGLIA - MATRIMONIO - SCIOGLIMENTO - DIVORZIO - OBBLIGHI - VERSO L’ALTRO CONIUGE - ASSEGNO - ADEGUAMENTO AUTOMATICO AL DEPREZZAMENTO DELLA MONETA - LIMITI - ADESIONE DEL DEBITORE - IRRILEVANZA.*

IL PRINCIPIO, SECONDO IL QUALE L’ASSEGNO DI DIVORZIO NON PUÒ ESSERE ANCORATO A MECCANISMI DI ADEGUAMENTO AUTOMATICO CORRELATI AL FUTURO DEPREZZAMENTO DELLA MONETA, SALVO CHE SIA POSSIBILE FISSARE CON CERTEZZA, A FRONTE DEL DETERIORAMENTO DELLA POSIZIONE DEL CONIUGE BENEFICIARIO PER EFFETTO DEL FENOMENO INFLATTIVO, UN AUMENTO DEI REDDITI DEL CONIUGE OBBLIGATO IN CONSEGUENZA DEL FENOMENO MEDESIMO, NON È SUSCETTIBILE DI DEROGA, SOTTO IL PROFILO DI UN’ADESIONE DEL DEBITORE A DETTI MECCANISMI, IN RELAZIONE A PREGRESSI PATTI DI INDICIZZAZIONE DELL’ASSEGNO DI MANTENIMENTO IN REGIME DI SEPARAZIONE, STANTE L’AUTONOMIA E DIVERSA FUNZIONE DI TALE ULTIMO ASSEGNO. ( V 549/84, MASS N 432782; ( V 6094/82, MASS N 423783).*

Riferimenti normativi:

Legge 01/12/1970 num. 898 art. 5

 

 

Legge 01/12/1970 num. 898 art. 9

COST ILLEGITTIMITÀ

Massime precedenti Vedi: Rv. 432782, N. 549 del 1984 Rv. 423783, N. 6094 del 1982

 

 

Se l’operazione sopra illustrata avesse portato ad un risultato negativo avrei potuto, immaginando la presenza di un errore nella data della pronunzia, anzichè nel numero, operare come segue.

 

Supponiamo che la citazione sbagliata sia la seguente:

Cass., 2 dicembre 1965, n. 6017

 

  • Apertura archivio Civile
  • Estremi e parti – Numero: 6017
  • Parole e classificazione – Intero testo: assegno adegua* automatic*

 

 

8.3. Segue. La memoria del computer contro certi luoghi comuni.

 

Anche lo scibile giuridico pullula di luoghi comuni. Uno dei più diffusi è quello secondo cui il nostro legislatore non avrebbe mai menzionato l’istituto del negozio giuridico. Non ci si intende qui riferire, ovviamente, al richiamo di cui all’art. 1324 c.c., richiamo implicito, e per questo contestato, sebbene inequivocabile (cfr. per esempio la Relazione ministeriale sul testo definitivo del codice, n. 602): nel codice civile non vi è dubbio che il concetto in esame non sia menzionato expressis verbis. Peraltro ciò accade in altre disposizioni di legge.

 

Invero, una semplice indagine per parole testuali nell’archivio legislativo del C.E.D. («lexs») ci permette di scoprire che in più disposizioni compare ormai un preciso richiamo alla figura del negozio giuridico, espressamente evocata.

 

  • Apertura archivio Lexs
  • Parole e classificazione – Intero testo: “negozio giuridico”
  • Estremi e pubblicazione – Genere: ls
  • Nella visualizzazione dei testi normativi a sinistra dovrò cliccare sulla barra degli strumenti sul comando “vai alla prossima occorrenza”

 

Si pensi, in particolare, all’esplicita menzione del negozio giuridico contenuta nell’art. 17, l. 27.2.1985, n. 52, ai sensi del quale «ciascuna nota [di trascrizione, iscrizione o annotazione] non può riguardare più di un negozio giuridico o convenzione oggetto dell’atto di cui si chiede la trascrizione, l’iscrizione o l’annotazione».

 

A ciò s’aggiungano, come pure rilevato in dottrina (v. Donisi 1997, 24, nota 88), gli artt. 1, 5° co. e 12, 1° co., d.l. 15.1.1991, n. 8 (convertito con modifiche nella legge 15.3.1991, n. 82, Nuove misure in materia di sequestri di persona a scopo di estorsione) e l’art. 7, 1° co., l. 12.8.1993, n. 310 (Norme per la trasparenza nella cessione di partecipazioni e nella composizione della base sociale delle società di capi-tali), ove si discorre, rispettivamente, di «negozi giuridici» e di «atto negoziale».

 

Certo, nulla di paragonabile a quel Dritter Abschnitt che il primo libro del BGB consacra integralmente ai Rechtsgeschäfte. Ma allorquando il legislatore cita per nome e cognome una figura su cui tanto inchiostro s’è versato, attribuendovi, per giunta, determinati effetti, sembra a chi scrive che di riconoscimento a livello legislativo dell’istituto non possa più farsi a meno di parlare.

 

Altro luogo comune, autorevolmente avallato, è per esempio quello secondo cui il concetto di «convenzione», nel nostro ordinamento, s’attaglierebbe a quei soli istituti negoziali che, avendo ad oggetto rapporti non patrimoniali, devono espungersi dalla cerchia del contratto, avvertendo peraltro che debbono intendersi come contratti in senso tecnico quelli che disciplinano il regime patrimoniale della famiglia, sebbene il codice li chiami, ma in senso non tecnico, convenzioni (cfr. Messineo, Dottrina generale del contratto, Milano, 1952, p. 30; Messineo, Convenzione (dir. priv.), in ED, X, Milano, 1962, p. 510 ss.; v. inoltre Carresi, Gli effetti del contratto, in Riv. trim. dir. proc. civ., 1958, p. 490; Pugliatti, I fatti giuridici, Revisione e aggiornamento di A. Falzea, Milano, 1996, p. 138 s.).

 

Ecco, in particolare, cosa affermano, rispettivamente, Messineo e Pugliatti:

 

In quest’ultimo ordine di idee, la categoria «convenzione» si presta a puntino come casella, nella quale inquadrare quelle figure, indubbiamente negoziali e volontarie, le quali, però, avendo ad oggetto rapporti non-patrimoniali, devono espungersi dalla cerchia del contratto. Si profila, così, il secondo significato – quello che, stando al diritto italiano, può considerarsi, il significato proprio, o tecnico di «convenzione»

(...)

Il matrimonio (quale negozio, che dà origine a rapporti personali), la separazione personale consensuale fra coniugi, il riconoscimento bilaterale del figlio, l’adozione e l’affiliazione – insomma tutti i negozi giuridici familiari a due parti – si collocano spontaneamente, sotto il concetto di «convenzione». Spicca in essi, il sopra notato carattere («consensuale», come si desume dagli art. 107 comma I, 158, 250, 296 c.c.): nel che, appunto si manifesta il comune carattere negoziale.

Invece, sono contratti in senso tecnico, quelli che disciplinano il regime patrimoniale della famiglia (art. 159 ss. c.c.), sebbene il codice li chiami – ma in senso non-tecnico – «convenzioni».

(Messineo, Convenzione, cit., p. 510 s.).

 

I contratti non esauriscono la categoria dei negozi bilaterali, per quanto la occupino in massima parte. Hanno infatti la medesima struttura di negozi bilaterali quei negozi che si designano come convenzioni in senso tecnico e ristretto (in senso lato il termine «convenzione», è comprensivo anche dei negozi contrattuali). Data l’identità di struttura, la distinzione tra queste due categorie di negozi bilaterali va fatta in rapporto ai contenuto: i contratti hanno un contenuto patrimoniale e appartengono in prevalenza al campo obbligatorio; le convenzioni in senso tecnico, sono piuttosto dirette a creare uno status, una situazione giuridica stabile: esempi sono il matrimonio (l’atto civile regolato dagli artt. 79 e ss. del Cod. Civ. non il negozio contrattuale, che regola il regime patrimoniale tra coniugi – artt. 159 ss. C. C. – e presuppone proprio l’atto civile); l’adozione, per la quale si richiede il consenso dell’adottato (art. 296 C. C.).

(Pugliatti, I fatti giuridici, cit., p. 138 s.).

 

In realtà, è sufficiente una semplice analisi compiuta a mezzo di strumenti informatici (analisi per parole testuali sul corpo del c.c. in CD-ROM, oppure online al sito seguente:

http://www.infoleges.it/service1/scheda.aspx?id=32807&service=1&ordinal=&fulltext=&sommario=true) il testo del codice contiene il termine «convenzione» (o «convenzioni») in alcune decine di distinti articoli, sparsi un po’ in tutti i sei libri, ma sempre nell’accezione di «accordo su questioni di carattere patrimoniale»: cfr. artt. 159, 166-bis, 210, 211, 388, 458, 886, 1049, 1123, 1182, 1273, 1283, 1522, 1658 1740, 1774, 1826, 1838, 1865, 2102, 2143, 2146, 2147, 2151, 2152, 2153, 2163, 2164, 2172, 2178, 2184, 2187, 2240, 2352, 2655, 2745, 2873.

 

 

9. I limiti della ricerca informatizzata.

 

Quali sono, invece, i limiti della ricerca informatizzata?

Il primo ed essenziale limite è legato al fatto che gli archivi elettronici giurisprudenziali contengono oggi per lo più massime di sentenze. Non è questa la sede per ripercorrere la polemica circa la riduzione in massime delle sentenze, polemica sempre latente nel dibattito dottrinale italiano, quanto meno sin dall’inizio degli anni Sessanta: cfr. in particolare alcuni scritti di Gorla sul Foro it; per approfondimenti sui problemi posti a livello metodologico dalla diffusione, grazie agli strumenti dell’informatica, delle massime di giurisprudenza e degli abstracts dottrinali cfr. Chiarloni, Giurisprudenza e dottrina nell’era della rivoluzione informatica (note sui sistemi di documentazione), in Riv. dir. proc., 1992, p. 590 ss.; Bin, Il precedente giudiziario, Padova, 1995, passim.

 

Correnti e movimenti di reazione all’applicazione dell’informatica alle scienze giuridiche vi sono sempre stati: basti citare Spengler che negli USA, nel 1963 paventava una machine-made justice che, a suo avviso, avrebbe aumentato l’irrigidimento concettuale dei giuristi, minacciando di ridurne la libertà nel giudizio. Per non dire poi di Antonio Guarino che, nel 1967, così si esprimeva: «ad evitare che la conformità della giurisprudenza si formi per influsso delle massime mal formulate, non solo bisogna rifuggire dai cervelli elettronici, ma bisognerebbe addirittura insistere affinchè cessi l’uso di ridurre le sentenze in massime deformatrici del loro vero significato».

 

Certo, vi è del vero in queste critiche. A mio avviso non occorre però mai dimenticare che l’informatica è pur sempre uno strumento e, come tale, tutto dipende dall’uso che ne facciamo. Per quanto attiene, in particolare, alla riduzione in massime dei precedenti giurisprudenziali dovrà obiettarsi che il sistema della massimazione è indispensabile non solo nell’era informatica: massime, repertori, abstracts di dottrina sono rinvenibili (e con quale abbondanza!) già nell’epoca del diritto intermedio e comune: svariati secoli di storia in questo senso dovrebbero indurre taluno a maggiore cautela nel suo fervore iconoclasta!

 

Posso poi aggiungere che le ipotesi di massima mentitoria (cioè di una massima che pone in luce un mero obiter dictum, anzichè la ratio decidendi, o che falsa addirittura il contenuto della ratio decidendi stessa), sebbene vengano sbandierate ad ogni piè sospinto da una parte della dottrina, mi paiono (almeno per ciò che concerne la Cassazione) piuttosto rare. Semmai più frequenti appaiono i casi di massime «parziali», nel senso che pongono in luce solo una delle varie rationes decidendi seguite dal giudice.

 

Certo, non occorre mai dimenticare il fatto che il buon giurista dovrebbe sempre considerare il rinvenimento della massima come un punto di partenza e non d’arrivo ed estendere immediatamente la sua ricerca alla motivazione per esteso del provvedimento (il cui reperimento è comunque facilitato, ancora una volta, dall’impiego degli strumenti informatici).

 

La polemica di cui sopra ha poi perso (o comunque sta perdendo) gran parte del suo significato, una volta che sono stati (e/o stanno per essere) posti a disposizione su supporto informatico anche gli archivi delle motivazioni delle sentenze della Corte costituzionale (tutte già online nell’archivio «costsn» del C.E.D.) e della Corte di cassazione (cfr. i CD-ROM delle maggiori case editrici giuridiche, oltre al CD-ROM edito dalla stessa Corte Suprema, nonché l’archivio SNCIV del C.E.D., che contiene ormai le motivazioni delle sentenze della Cassazione dal 1990 ad oggi).

 

A proposito dell’archivio SNCV potrà ricordarsi incidentalmente che dal luglio 2014 la Corte ha attivato il servizio SentenzeWeb - C.E.D. Corte di Cassazione, all’indirizzo seguente: http://www.italgiure.giustizia.it/sncass/  Si tratta dell’archivio SNCIV messo a disposizione (gratuitamente) di tutti i naviganti sul web. Il vantaggio offerto dal servizio è costituito dalla disponibilità di tutte le motivazioni delle sentenze e delle ordinanze civili della Corte Suprema dal 2009 ad oggi. Le controindicazioni sono costituite dalla estrema limitazione dei criteri di ricerca e, soprattutto, dal fatto che la ricerca può essere effettuata solo sulle motivazioni e non sulle massime, con un pauroso “effetto rumore” nel caso di ricerche per dati lessicali e/o normativi.

 

 

Proprio in considerazione di quanto testé detto va qui espressa una considerazione importante. Si è già fatto in questi appunti richiamo all’utilità della ricerca per parole testuali. Ora, proprio tale tipo di ricerca presuppone, per la sua riuscita, di essere effettuata nell’ambiente di una banca dati composta di massime, cioè di riassunti dei principi di diritto enunciati dai giudici elaborati da specialisti della massimazione, che seguano regole ben determinate nell’espressione letterale dei concetti che si possono ricavare dalle motivazioni delle sentenze. Una di queste regole, cui si è già fatto cenno, riguarda il fatto che i termini giuridici vengano usati sempre e solo con il significato che è loro proprio.

 

Così ad esempio l’impiego di un termine quale «prescrizione» all’interno di una banca dati di massime risulta mille volte più proficuo che all’interno di una banca dati di motivazioni, nelle quali siffatta espressione compare in una lunga serie di accezioni ben diverse. Naturalmente, anche a questo inconveniente si potrà porre rimedio, eseguendo sempre la ricerca per parole testuali nell’archivio delle massime e quindi predisponendo un sistema che consenta agevolmente di passare dal testo delle massime alle relative motivazioni (ciò che almeno in parte già esiste in alcuni CD-ROM in commercio).

 

Tutto dipende, dunque, ancora una volta, dalla sensibilità e dalla diligenza dell’interprete, il quale dovrà sempre tenere ben presente che la ricerca per massime non ha valore esaustivo. Essa costituirà, semmai, un buon (anzi, ottimo) inizio, che solo in parte potrà sostituire (almeno in buona parte per ciò che attiene il repertorio cartaceo) la ricerca tradizionale, ma che, per i necessari approfondimenti, dovrà essere completata. Mi piace ricordare al riguardo ciò che ha affermato Vittorio Frosini: «il ricorso alla information retrieval per la ricerca dei precedenti non è affatto sostitutivo del lavoro di analisi, che il giudice dovrà pur compiere, una volta ritrovata la massima che a lui interessa; esso è, tutt’al più (...) integrativo della fase preliminare dell’indagine».

 

Altri limiti sono poi legati al fatto che alcuni archivi appaiono caratterizzati da un contenuto eccessivamente ridotto rispetto alle esigenze dell’utenza: si veda per es. l’archivio «merito» del C.E.D. A tale limitazione pongono rimedio ora svariate banche dati su CD-ROM edite dalle principali case editrici giuridiche o addirittura a livello di iniziative locali (si pensi alla trasfusione su CD-ROM di annate di giurisprudenza della Corte d’appello di Torino). Di contro si pensi al fatto che nel ricordato archivio «merito» del C.E.D. vi sono moltissime pronunzie (quelle la cui massima è stata redatta dagli uffici U.D.A., oggi non più esistenti) non presenti sulle riviste giuridiche.

 

Semmai il vero limite consiste nella relativa scarsezza dei contributi dottrinali reperibili sotto forma digitalizzata: non solo, si badi, negli archivi della Cassazione, ma in generale, anche al di fuori di questi. L’archivio «Dottrina» del C.E.D., infatti, contiene solo una parte (che personalmente stimerei intorno al 30-40%) degli articoli e delle note a sentenza pubblicati a partire dai primi anni Settanta ad oggi e, quel che è peggio, li contiene nella sola forma dell’abstract.

 

Laddove il sistema risulta poi più carente è proprio nel campo della dottrina più importante: trattati, commentari, monografie, opere di carattere enciclopedico, ecc. sono ancora troppo assenti dal panorama di ciò che è disponibile su supporto informatico. Non vi è dubbio che a tale desolante risultato portino gli interessi convergenti di due importanti «caste»: da un lato, cioè, di quella dei «signori delle biblioteche» (di quegli accademici, cioè, che intendono mantenere ristretto ad un limitatissimo numero di fedeli ed accoliti l’accesso ad alcune importanti fonti del sapere giuridico, magari usandolo come «moneta di scambio» contro l’omaggio vassallatico dei nuovi fruitori del servizio) e, dall’altro, delle case editrici, timorose forse – mercè gli inevitabili rischi connessi alla più facile duplicazione delle opere – i guadagni loro derivanti dall’attuale situazione di ologopolio del mercato editoriale giuridico.

 

Sempre rimanendo in tema di limiti della ricerca giuridica informatizzata andrà ancora segnalata la critica mossa da Simitis, che lamenta una certa «rigidità delle tecniche informatiche in rapporto alla flessibilità del ragionamento umano». Si tratta di un argomento di estrema ampiezza, che non può essere certo discusso in questa sede. Apprendendo il (vecchio e ormai accantonato) sistema Italgiure-Find, per esempio, si è avuto modo di apprezzare sino in fondo i limiti connessi al c.d. «formalismo del dato», alla regola, cioè, secondo cui ogni ricerca va impostata seguendo regole formali ben precise, con il conseguente rischio di compromettere ad ogni istante la ricerca stessa per effetto di un errore banale o di una dimenticanza assolutamente marginale.

 

Il sistema è peraltro in evoluzione e d’altro canto già ora esistono rimedi e correttivi. Così, la ricerca per linguaggio naturale del sistema ItalgiureWeb consente risultati sbalorditivi ed impensabili fino a non molto tempo fa. Si pensi, ad esempio, al fatto che io posso nell’archivio civile cerare le sentenze sull’art. 9 della legge sul divorzio scivendo, in alternativa: art. 9, l. 898/1970, oppure: legge 898 del 1970, art. 9, ecc. Del resto, la stessa velocità con la quale una ricerca errata può essere reimpostata compensa almeno in parte quella certa «ottusità» dello strumento con la quale ci sembra talora di avere a che fare.

 

 

10. Il servizio «Recentissime dalla Corte».

 

Il servizio «Recentissime dalla Corte» è l’erede dell’«antico» servizio «Novità dal Centro»: si trattava un tempo di una sorta di bollettino d’informazione, aggiornato con cadenza quasi quotidiana, che presentava informazioni sulle sentenze più recenti, sulle novità in campo normativo, giurisprudenziale e altro. Dopo la modifica del luglio 2014 esso appare assai meno fornito e aggiornato del precedente, nonostante la veste grafica più accattivante.

Esso appare suddiviso in diverse sezioni.

 

  • Al servizio è possibile accedere in ogni momento, gratuitamente, anche per chi non è abbonato al servizio ItalgiureWeb, al sito:

http://www.cortedicassazione.it/corte-di-cassazione/

Si tratta dell’«antico» servizio «Novità dal Centro», con la differenza che il sito attuale appare ben meno fornito e aggiornato del precedente, nonostante la veste grafica più accattivante.

Possibilità di acquisizione della motivazione delle sentenze del servizio «Recentissime dalla Corte», cliccando sull’icona .pdf:

Trasformazione del testo .pdf in testo doc mediante il ricorso a document imaging di Microsoft Office (Start – Tutti i programmi – Microsoft Office – Strumenti di Office – Microsoft Office Document Imaging):

1) Evidenziare il testo rilevante nel documento .pdf, con il comando “seleziona”:

2) Posizionarsi sull’area blu e cliccare sul tasto destro del mouse cliccando poi su copia;

3) Posizionarsi quindi in Document Imaging e cliccare su “incolla pagina”:

4) Ecco il risultato:

5) A questo punto si può evidenziare l’area interessata col trascinamento del mouse e procedere al riconoscimento dei caratteri cliccando sul tasto: riconosci testo utilizzando ocr:

Il testo che si otterrà sarà esportabile con il procedimento di copia-incolla in qualsiasi altro documento (Winword, htm, etc.).

 

11. Ricerca di una sentenza civile in ItalgiureWeb conoscendone gli estremi.

 

Iniziando da alcune ricerche semplici negli archivi giurisprudenziali cominciamo ad illustrare i canali che servono a reperire le sentenze della cassazione e dei giudici di merito.

 

Per quanto attiene alla Corte di cassazione, in materia civile (archivio «Civile») occorre tenere presenti i seguenti canali:

Nel gruppo di canali («cartella» o «linguetta») Estremi e parti (l’ultimo a destra, nella maschera di ricerca dell’archivio Civile):

 

  • Anno
  • Numero
  • Data
  • N°Massima (n° di rivista, la «targa», cioè, del documento)

 

Esempi (riferiti a Cass., 6 gennaio 1983, n. 67):

  • Anno:1983
  • Numero: 67
  • Data: 06/01/1983
  • N°Massima:424860 (sempre su sei cifre).

 

Qui di seguito vengono evidenziati gli elementi sopra citati:

 

 VEDI:RIFMC

 SEZ. 1 SENT. 00067 DEL 06/01/1983  RV. 424860

 PRES. MAZZACANE F REL. BOLOGNA I COD.PAR.115

 PM. PAOLUCCI P (CONF)

 RIC. SCELFO

 RES. BERTARA

 082209 424860 FAMIGLIA - MATRIMONIO - SCIOGLIMENTO - DIVORZIO - OBBLIGHI -

 VERSO L’ALTRO CONIUGE - ASSEGNO DI DIVORZIO - OMESSA SPECIFICAZIONE

 DELLA DATA DI DECORRENZA - IRRILEVANZA.*

 COD.PROC.CIV. ART. 360

 L. DEL 1/12/1970 NUM. 898 ART. 4

 L. DEL 1/12/1970 NUM. 898 ART. 5

 L. DEL 1/12/1970 NUM. 898 ART. 9  *COST.

 L. DEL 1/12/1970 NUM. 898 ART. 10

L’OMESSA SPECIFICAZIONE, CON LA SENTENZA DI SCIOGLIMENTO O DI CESSAZIONE DEGLI EFFETTI CIVILI DEL MATRIMONIO, DELLA DATA DI DECORRENZA DELL’ASSEGNO DI DIVORZIO RESTA IRRILEVANTE, E NON E’ CONSEGUENTEMENTE DEDUCIBILE IN SEDE DI RICORSO PER CASSAZIONE, ATTESO CHE TALE DATA COINCIDE CON QUELLA DEL PAS- SAGGIO IN GIUDICATO DELLA SENTENZA MEDESIMA, CHE SEGNA L’INSORGERE DEL DI- RITTO A DETTO ASSEGNO. ( V 5507/81, MASS N 416212).* VEDI 416212 8105507

 

Per capire la differenza tra il

 

  • numero della sentenza (canale: Numero) e il
  • numero della massima (rivista) (canale: N°Massima)

 

occorre pensare al fatto che da una sentenza possono essere estratte più massime: occorre dunque individuare un numero che sia la «targa» della massima, che costituisce l’unità documentale negli archivi di giurisprudenza.

 

A volte i dati in mio possesso sono assai meno selettivi: per esempio, dispongo della sola data. In tal caso utilizzerò il canale Data, ben sapendo che otterrò svariati documenti. A questo punto opererò con altri canali (per esempio, utilizzando le parole testuali che caratterizzano l’argomento in relazione al quale la sentenza ricercata è stata pronunziata).

 

Es.: so che una sentenza datata 6 gennaio 1983 concerne l’art. 1228 c.c.; ecco come dovrò operare:

 

  • Apro l’archivio: Civile
  • Data: 06/01/1983
  • Riferimenti normativi – Estremi: art. 1228 c.c.

 

Per l’archivio merito occorre tenere presente che qui determinanti sono la data ed il luogo in cui si trova l’ufficio giudiziario che ha emesso la decisione. Così, se cerco la sentenza 18 aprile 1997 del Tribunale di Torino dovrò operare nel modo seguente:

 

·      Apertura archivio, che si effettua cliccando sull’icona della ricerca multiarchivio e successivamente collocando la spunta nella casella dell’archivio MERITO;

·      Estremi e parti – Località: torino

  • Data:18/04/1997

 

Nel caso dovessero risultare più pronunce, posso inserire altri elementi differenziatori, quali, ad esempio:

 

  • Organo giudicante:tribunale

oppure:

  • Presidente:barbuto

oppure:

  • Estensore:oberto

 

** AVVISO DI PUBBLICAZIONE **

 TRIBUNALE     TORINO     PD.171498

 SEZ. 00 SENT. 00000 DEL 18/04/97

 PRES. Barbuto   REL. Oberto     COD.PAR.145

 ATT. Soc. CO.GE.PI.   CONV. Min. delle Finanze

 174007 171498 TRASPORTI - CONTRATTO DI TRASPORTO (DIRITTO CIVILE) - DI COSE

  - IN GENERE - Appalto di servizi di trasporto - Clausola di assunzione

  totale di responsabilita’ da parte del vettore - Validita’.

 COD.CIV. ART. 1693

 E’ valida ed efficace la clausola contenuta nelle condizioni di un capito-

 lato speciale di appalto di servizi di trasporto in virtu’ della quale il

 vettore assume la responsabilita’ per le mancanze ed avarie delle cose

 trasportate, a qualsiasi causa esse siano dovute, compresa la rapina. (Con

 nota di Gastone Cottino). (Massima a cura della rivista sottoindicata. Con-

 sultare la rivista stessa per l’eventuale motivazione e annotazione)

 GIURISPRUDENZA ITALIANA ANNO 1998 PAG. 294

FINE DELLA STAMPA DEI DOCUMENTI

 

Si noti che qui il canale N°Massima è sostituito dal canale pd (cioè posizione documento), ma, anche in questo archivio, esso sta ad indicare la «targa» del documento in esame. Per questo, esso rappresenta un elemento indifettibile per la corretta citazione della massima (allorquando, per esempio, la decisione non risulta altrimenti edita).

 

Es.: Trib. Genova, 19 settembre 1986, in C.E.D. – Corte di cassazione, Arch. MERITO, pd. 870011.

 

 

12. Ricerca per anno.

 

Una delle ricerche più semplici, ma nel contempo assai utili, è costituita dalla ricerca per anno. Con essa io posso selezionare (sovente all’interno di un «pacchetto» di documenti già selezionati sulla base di parametri diversi, come, per es., quello delle parole testuali o dei riferimenti normativi) indicando per l’appunto l’anno o gli anni cui voglio limitare la ricerca.

 

Così, per esempio, se voglio limitarmi alle sentenze dell’anno 2001, potrò semplicemente digitare:

 

·      Estremi e parti – Anno: 2001

 

Un’altra possibilità è offerta dalla tecnica del mascheramento o del troncamento.

 

Così, digitando:

 

·      Estremi e parti – Anno: 199?

 

selezionerò tutti documenti compresi tra il 1990 ed il 1999. Il segno ? maschera, per l’appunto tutte le possibili cifre e le possibili lettere.

 

Digitando:

 

·      Estremi e parti – Anno: 2*

 

selezionerò tutti i documenti a partire dall’anno 2000. Il segno * tronca, per l’appunto, ogni spezzone di dato che lo precede.

 

Assai utile è poi l’analisi spettrale per anno, che si ottiene cliccando sul link della parola Anno. Siffatta analisi mi dà la scomposizione anno per anno dei documenti all’interno di un certo «pacchetto» previamente ottenuto sulla base dell’impiego di altri criteri di selezione e ricerca («analisi spettrale», su cui v. infra, § 18).

 

 

13. Ricerca del luogo di edizione o annotazione di una sentenza.

 

La ricerca del luogo di edizione o di annotazione nell’archivio merito non presenta problemi di sorta, atteso che i documenti in esame sono di due categorie:

 

  • avvisi di pubblicazione
  • documenti U.D.A.

 

Nel primo caso l’indicazione del luogo di edizione compare in calce alla massima. Nel secondo si tratta di una sentenza che, verosimilmente, non è stata pubblicata su alcuna rivista. Talora accade, però, che l’estensore di una decisione la invii, oltre che al C.E.D., anche ad una o più riviste, con il risultato che la pronunzia risulterà «schedata» più volte e comparirà come documento U.D.A., oltre che come «avviso di pubblicazione» in una o più riviste.

 

Per gli altri archivi (in particolare l’archivio Civile) il luogo di edizione e/o di annotamento della motivazione della sentenza si ottiene semplicemente cliccando sull’allarme «edita» o «annotata», che compare in alto a sinistra. Ad es:

 

Annotata

Testo e immagine della sentenza

 

Sez. 3, Sentenza n. 10490 del 08/05/2006 (Rv. 592154)

Presidente: Preden R.  Estensore: Travaglino G.  Relatore: Travaglino G.  P.M. Schiavon G. (Conf.)

Nistri (Balbo Di Vinadio ed altro) contro Gerolimich Spa In Liq. (Squassi ed altri)

(Rigetta, App. Milano, 20 Luglio 2001)

058 CONTRATTI IN GENERE  171 CAUSA - IN GENERE (NOZIONE, DISTINZIONI)

CONTRATTI IN GENERE - REQUISITI (ELEMENTI DEL CONTRATTO) - CAUSA - IN GENERE (NOZIONE, DISTINZIONI) - Causa concreta - Nozione - Fattispecie.

Causa del contratto è lo scopo pratico del negozio, la sintesi, cioè, degli interessi che lo stesso è concretamente diretto a realizzare (c.d. causa concreta), quale funzione individuale della singola e specifica negoziazione, al di là del modello astratto utilizzato. (Nel formulare il suindicato principio la S.C. ha considerato privo di causa, e conseguentemente viziato di nullità, un contratto concernente un’attività di consulenza avente ad oggetto la valutazione di progetti industriali e di acquisizione di azienda intercorso tra una società di consulenza, che ne aveva contrattualmente assunto l’incarico, e un soggetto che la stessa attività <<già simmetricamente e specularmente>> svolgeva in adempimento delle proprie incombenze di amministratore della medesima società conferente).

Riferimenti normativi:

Cod. Civ. art. 1321

 

 

Cod. Civ. art. 1325

 

 

Cod. Civ. art. 1343

 

Massime precedenti Vedi: N. 4503 del 1996 Rv. 497614, N. 4095 del 1998 Rv. 514748, N. 4612 del 1998 Rv. 515189, N. 10004 del 2003 Rv. 564504, N. 5851 del 2006 Rv. 586495, N. 7296 del 2006 Rv. 588841, N. 10108 del 2006 Rv. 589846

 

Esiste poi un apposito archivio Dottrina (su cui v. infra, § 19), in cui la ricerca del luogo di edizione e di eventuale annotazione di una sentenza può essere effettuata, essenzialmente, con i canali, già ricordati, dell’anno, del numero della sentenza e del numero della massima. E’ peraltro consigliabile pervenire a tale risultato operando sull’archivio Civile (o Penale), in modo tale da poter controllare l’esattezza del riferimento, grazie alla lettura della massima.

 

All’interno di qualsiasi archivio giurisprudenziale posso anche limitare la mia ricerca alle sole pronunzie edite e/o annotate, apponendo una spunta alle caselle «Edite» e/o «Annotate», sotto il titolo «Sentenze pubblicate» della maschera di ricerca.

 

 Estremi   

 Sentenze Pubblicate  

Edite 

  Annotate 

 

 

 

14. Il sistema degli allarmi (cenni): i precedenti e successivi; gli allarmi costituzionali.

 

Come già detto, il sistema ItalgiureWeb consente di reperire agevolmente, in relazione ad una data sentenza civile o penale della Cassazione, i relativi precedenti conformi, difformi o comunque attinenti a quella data questione. Essi sono infatti annotati in calce alla massima stessa, sia con la sigla dell’anno e del numero, sia con il numero di massima. Sarà quindi sufficiente riaprire l’archivio e digitare i numeri di massima indicati, oppure, ancora più semplicemente, cliccare sui relativi links. L’operazione risulta oggi agevolata proprio dal fatto che siffatti rinvii sono stati resi in forma ipertestuale, per cui è sufficiente cliccare sul link relativo.

 

Per quanto attiene alle massime successive conformi, difformi o che abbiano comunque attinenza alla materia trattata dalla massima di riferimento, sarà sufficiente cliccare sugli appositi links posti nella massima reperita, in alto a destra, dopo la dizione: «Massime successive:…».

 

Annotata

Testo della sentenza

Massime successive: Conformi, Vedi     

Sez. 2, Sentenza n. 4503 del 15/05/1996 (Rv. 497614)

Presidente: Verde F.  Estensore: Calfapietra V.  P.M. Sepe EA. (Conf.)

Darecchio B. (Costanza ed altro) contro Darecchio G. ed altri (Braschi ed altro)

(Rigetta, App. Bologna, 13 gennaio 1992).

146 RENDITA VITALIZIA (CONTRATTO DI)  001 IN GENERE (NOZIONE, CARATTERI, DISTINZIONI)

RENDITA VITALIZIA (CONTRATTO DI) - IN GENERE (NOZIONE, CARATTERI, DISTINZIONI) - Alea - Configurabilità - Mancanza - Nullità del contratto per difetto di causa.

L’alea, connaturale al contratto di rendita vitalizia, postula una situazione di incertezza circa il vantaggio economico o la perdita che potrà alternativamente verificarsi nello svolgimento e nella durata del rapporto. Tale elemento manca, rendendo nullo il contratto per difetto di causa, sia quando l’entità assicurata sia inferiore o uguale ai frutti o agli utili ricavabili dal cespite ceduto, sia quando il beneficiario della rendita per malattia o per l’età particolarmente avanzata sia da ritenere prossimo alla morte.

Riferimenti normativi:

Cod. Civ. art. 1872

 

Massime precedenti Conformi: N. 4344 del 1986 Rv. 447108

Massime precedenti Vedi: N. 8287 del 1995 Rv. 493470

 

L’allarme costituzionale segnala invece, in relazione agli atti aventi forza di legge, se il medesimo ha formato oggetto di una questione di legittimità costituzionale. Se la questione è pendente apparirà, accanto all’articolo in questione, la scritta COST PENDENTE; se la questione è stata già risolta con sentenza di accoglimento comparirà la scritta COST ILLEGITTIMITÀ (allarme di costituzionalità «rinforzato»).

 

 COST PENDENTE

questione di costituzionalità pendente

COST ILLEGITTIMITÀ

questione di costituzionalità definita con sentenza di accoglimento

 

Ancora una volta sarà sufficiente cliccare sul link per ottenere l’ordinanza/le ordinanze di rimessione, o la pronunzia della Consulta in merito. Es.:

 

Annotata

Testo e immagine della sentenza

 

Sez. 1, Sentenza n. 4090 del 25/02/2005 (Rv. 584022)

Presidente: Criscuolo A.  Estensore: Morelli MR.  Relatore: Morelli MR.  P.M. Delli Priscoli M. (Conf.)

Musatti (Valseriati ed altro) contro Polotti ed altri (Maffezzoni ed altro)

(Rigetta, App. Brescia, 13 Febbraio 2004)

082 FAMIGLIA  020 TERMINE E SOSPENSIONE

FAMIGLIA - FILIAZIONE - FILIAZIONE LEGITTIMA - DISCONOSCIMENTO DI PATERNITÀ - TERMINE E SOSPENSIONE - Termine previsto dall’art. 244 cod. civ. , come emendato dalla sentenza della Corte cost. n. 134 del 1985 - Decorrenza - Istanza di nomina di curatore speciale al minore - Effetto sospensivo - Esclusione - Fondamento.

In tema di azione di disconoscimento di paternità, il termine annuale di decadenza entro il quale va introdotto da parte del padre il giudizio ai sensi degli artt. 235, primo comma , n. 3, e 244, secondo comma, cod.civ., come emendato con sentenza della Corte costituzionale n. 134 del 1985, decorre dalla data di acquisizione della conoscenza dell’adulterio della moglie, e non da quella di raggiunta certezza negativa della paternità biologica. Sulla decorrenza di detto termine non ha effetto sospensivo la nomina di un curatore speciale al minore, in quanto esso è suscettibile di sospensione nella sola ipotesi, prevista dall’art. 245 cod.civ., di interdizione della parte interessata.

Riferimenti normativi:

Cod. Civ. art. 233

 

 

Cod. Civ. art. 235

COST ILLEGITTIMITÀ

 

Cod. Civ. art. 244

COST ILLEGITTIMITÀ

 

Cod. Proc. Civ. art. 78

COST PENDENTE

 

 

15. La ricerca per dati lessicali. Premessa. Il canale «Parole», il thesaurus e i lemmi.

 

Si è già accennato al fatto che i dati lessicali (detti anche dati alfabetici) sono nient’altro che espressioni linguistiche: nomi (propri o comuni), verbi, aggettivi, avverbi, ecc. Il canale più importante al riguardo è «Parole», un canale che consente di effettuare una ricerca tramite, praticamente, ogni tipo di parola. Il canale si basa su di un thesaurus, cioè su di un dizionario «intelligente» (in quanto in grado di consentire il riconoscimento anche delle forme declinate e coniugate), contenente circa 50.000 parole, rectius: lemmi.

 

Nella redazione del thesaurus si sono eliminate le c.d. «parole vuote», cioè poco significative per una ricerca in campo giuridico, vale a dire:

 

  • gli articoli (determinativi e indeterminativi),
  • le preposizioni (semplici e articolate),
  • le congiunzioni coordinative (e, o, poichè, nonchè, ecc.),
  • i pronomi,
  • gli aggettivi possessivi,
  • i verbi essere, avere, fare e venire,
  • alcuni participi passati (anzidetto, c.d., predetto, ecc.).

 

Tutta questa massa di parole costituisce comunque il 47% circa del linguaggio impiegato nei documenti inseriti. Le rimanenti sono state inserite, come si diceva, seguendo il sistema della lemmizzazione. I lemmi altro non sono che le voci che compaiono in un vocabolario della lingua italiana, più esattamente:

 

 

Il sistema è stato quindi istruito a riconoscere le forme declinate e coniugate di questi lemmi, ciò che determina il fenomeno che va sotto il nome di «esplosione» del thesaurus il quale, sulla base dei 50.000 lemmi, è in grado di riconoscere (e quindi di «passare a») 1.200.000 voci coniugate o declinate. Ciò significa dunque che, nella ricerca per parole testuali negli archivi di legislazione, giurisprudenza e dottrina è necessario indicare i sostantivi al singolare, gli aggettivi al singolare maschile, i verbi all’infinito.

 

L’elaboratore selezionerà i documenti che contengono la parola indicata qualunque sia la variazione morfologica dovuta ad un diverso genere o numero, tempo o modo. La ricerca a livello di lemma resa possibile grazie al fatto che il thesaurus, già in fase d’indicizzazione dei documenti, permette la lemmatizzazione automatica delle forme lessicali presenti nei documenti stessi.

 

Es.:

 

  • Parole e classificazione – Intero Testo: usucapione or usucapire or usucapibile

 

N.B.: termini stranieri e latini vanno però inseriti nella stringa di ricerca così come essi si presentano nel documento che si ricerca;

es.:

 

  • Parole e classificazione – Intero Testo: separazione and coniuge
  • Parole e classificazione – Intero Testo: sine and liberis and decesserit

 

N.B.: Per ottenere una selezione di documenti quanto più possibile completa e pertinente, occorre, tuttavia, indicare non una qualsiasi parola che potrebbe essere contenuta nel documento, ma soltanto le parole

  • indefettibili nel documento ricercato e
  • selettive rispetto agli altri documenti che costituiscono l’archivio.

 

Si noti infine che una parola può essere ricercata (o più parole possono essere cercate) nella sua identità. Sarà sufficiente all’uopo cliccare sulla apposita casella nella cartella della ricerca «Parole e classificazione». In questo modo la parola sarà ricercata solo così come scritta dall’utente.

 

Es.

 

  • Parole e classificazione – Intero Testo: alberghi

 

Ponendo la spunta sulla casella corrispondente al link «identità» si otterranno solo quei documenti che contengono la parola «alberghi», quale plurale del sostantivo «albergo», così come prima, seconda o terza persona singolare del congiuntivo presente del verbo «albergare».

 

 

15.1. Segue. La ricerca pluridato e uso degli operatori logici con i dati lessicali.

 

Di fondamentale importanza ai fini della ricerca nella banche dati giuridiche (non solo del C.E.D., ma di ogni tipo di banca dati giuridica: si pensi per esempio a quelle disponibili in vari siti web) è l’impiego degli operatori logici dell’algebra booleana. L’algebra booleana prende il suo nome da George Boole, matematico inglese del XIX secolo (1815-1864), che ideò gli operatori logici in suo libro del 1854.

 

Gli operatori logici fondamentali sono tre:

 

  • and espresso nel linguaggio ItalgiureWeb con un semplice spazio tra i dati, oppure con il segno and
  • or espresso nel linguaggio ItalgiureWeb con il segno or
  • not espresso nel linguaggio ItalgiureWeb con il segno not

 

  • L’operatore logico and esprime la necessaria compresenza, in ciascuno dei documenti ricercati, di tutti i dati che esprimo nella stringa di ricerca come collegati con tale segno.
  • L’operatore logico or esprime invece l’indifferente presenza, in ciascuno dei documenti ricercati, di almeno uno dei dati che esprimo nella stringa di ricerca; esso denota dunque l’intenzione dell’operatore di ricercare documenti che contengano almeno uno o più (ma non necessariamente tutti) dati, tra quelli espressi nella stringa come collegati con tale segno.
  • L’operatore logico not esprime la necessaria assenza da ciascuno dei documenti ricercati, dei dati che vengono inseriti nella stringa di ricerca come preceduti da tale segno.

 

Es.:

  • Parole e classificazione – Intero Testo: vendita appalto

 

esprime l’intenzione dell’operatore di ottenere tutti i documenti e solo i documenti che contengono sia la parola vendita che la parola appalto, in necessaria compresenza all’interno di ciascuno di essi.

 

  • Parole e classificazione – Intero Testo: vendita or appalto

esprime l’intenzione dell’operatore di ricercare documenti che contengano in alternativa, la parola vendita oppure la parola appalto.

 

  • Parole e classificazione – Intero Testo: not vendita

esprime l’intenzione dell’operatore di ricercare documenti che contengano ogni possibile parola ad eccezione della parola vendita.

 

N.B.: l’uso dell’operatore logico not è in genere sconsigliato, in quanto può rivelarsi pericoloso per la ricerca. Accade assai sovente, infatti, che l’esclusione dei documenti concernenti un certo termine possa determinare la perdita di documenti che, per altri versi, potrebbero interessare all’utente.

 

Può forse talora raccomandarsene l’uso (ma sempre... cum grano salis) al fine di escludere questioni di tipo assolutamente specialistico.

 

Es.:

 

  • Parole e classificazione – Intero Testo: vendita or compravendita
  • Parole e classificazione – Intero Testo: not imposta and not tributo and not tributario and not fiscale and not fisco

 

Quest’operazione, compiuta nell’archivio civile, esclude dalle massime della Cassazione in tema di vendita tutte quelle che contengono riferimenti agli aspetti tributari. Vi è però il rischio che in alcune delle decisioni eliminate fossero trattati anche altri aspetti o risvolti, di tipo non prettamente fiscale. Tali documenti  vengono però selezionati, operando con l’operatore logico not.

 

Non vi è dubbio che il segreto di una buona ricerca consista sovente in un’accorta combinazione degli operatori AND e OR. Qualche esempio al riguardo potrà risultare illuminante.

 

Immaginiamo di effettuare una ricerca in tema di onere della prova. Qui devo innanzi tutto tenere presente che questo medesimo concetto si può esprimere anche con i termini «onere probatorio». 

 

Le associazioni in and da effettuare sarebbero quindi due:

 

·      onere prova

·      onere probatorio

 

Peraltro non posso far seguire queste due ricerche l’una all’altra, poichè il sistema opera sempre automaticamente in and. La seconda stringa opererebbe quindi già su di un pacchetto di documenti selezionato in base alla prima: nulla di nuovo, dunque, essa potrebbe apportare. Per evitare questo risultato dovrei usare l’accorgimento di cliccare prima di lanciare la seconda stringa, nuovamente sull’archivio Civile, in modo tale da operare sull’intero archivio.

 

In alternativa, per evitare tale complicazione, occorre porre tutti i dati di ricerca su di una stessa stringa. Considerando con attenzione il problema, scopro che vi è una parola che comunque mi interessa, ed è la parola «onere». Questo dato andrà inserito in necessaria compresenza con, alternativamente, le parole prova o probatorio.

 

Ecco dunque come andrà formulata la stringa di ricerca:

 

  • Parole e classificazione – Intero Testo: onere (prova or probatorio)

 

In questo modo il sistema opererà l’associazione in and tra la parola onere (che dovrà sempre essere presente in tutti i documenti da selezionare) e, in alternativa, le parole «prova» e «probatorio», di cui almeno una dovrà essere presente in tutti i documenti da selezionare.

 

Si propone qui di seguito una serie di esempi di altre stringhe di ricerca per dati lessicali risultanti dalla combinazione di operatori logici diversi.

 

Per ricercare materiale in materia di rapporti tra vendita e patto commissorio:

 

  • Parole e classificazione – Intero Testo: (vendita or compravendita) commissorio

 

Per ricercare materiale in materia di vendita con riserva della proprietà:

 

  • Parole e classificazione – Intero Testo: (vendita or compravendita) riserv* (dominio or proprietà)

 

Per ricercare materiale in materia di prescrizione dell’azione di arricchimento ingiustificato:

 

  • Parole e classificazione – Intero Testo: prescri* arricchimento (ingiustificato or causa)

 

 

15.2. Segue. Troncamento, mascheramento e rosa dei lemmi.

 

Due accorgimenti assai utili ai fini della ricerca sono dati dal troncamento e dal mascheramento.

 

Il troncamento si ottiene ponendo il segno * alla fine della radice di una qualiasi parola (così come di qualsiasi altro dato, anche solo numerico)

 

Es.:

 

  • Parole e classificazione – Intero Testo: usucap*

 

in questo modo otterrò tutti i documenti contenenti la parola usucapione (ev.te anche al plurale), nonchè tutti i documenti contenenti una qualche voce del verbo usucapire, e, in generale tutti i termini che abbiano inizio con la radice indicata (per es. anche l’aggettivo usucapibile).

 

Il mascheramento consiste nella sostituzione di uno o più caratteri (lettere, numeri, segni) con la lettera ?.

 

Se, per esempio, non ricordo esattamente il nome del rel. Borruso e ritengo che possa, invece, chiamarsi Burruso, potrò scrivere:

 

  • Estremi e Parti – Estensore: b?rruso

 

Lo stesso vale, poi, in relazione a determinati verbi o sostantivi della lingua italiana che possono presentarsi sotto forma leggermente diversa: classico esempio è dato dal verbo denunziare (denunciare) e dal sostantivo denunzia (denuncia): in questo caso sarà sufficiente digitare denun?iare o denun?ia.

 

La tecnica si rivela di una certa utilità per la ricerca per dati normativi: così, se per esempio, sto cercando documenti sugli artt. 870 - 879 c.c. potrò digitare:

 

  • Tipo – Codice civile
  • Articolo: 087?

 

Si noti che la stringa di cui sopra equivale alla seguente:

 

  • Tipo – Codice civile
  • Articolo: 0870 or 0871 or 0872 or 0873 or 0874 or 0875 or 0876 or 0877 or 0878 or 0879

 

La rosa dei lemmi. Per eseguire una ricerca completa di tutti i documenti che si riferiscono ad una determinata parola, qualunque sia la variazione morfologica, è necessario indicare tutti i sei lemmi che nella lingua italiana possono derivare da una stessa radice e cioè:

 

  • il sostantivo (es. libertà);
  • l’aggettivo (libero);
  • il verbo (liberare);
  • l’avverbio (liberamente);
  • il potenziale sostantivo (liberalità);
  • il potenziale aggettivo (liberale).

 

I dati corrispondenti alla rosa dei lemmi vanno posti in OR tra loro, ossia:

 

  • Parole e classificazione – Intero Testo: libertà or libero or liberale or liberare or liberamente or liberalità

 

Si tenga però presente che l’impiego del sistema del troncamento consente di ridurre di molto la lunghezza della stringa, una volta identificata una radice sufficientemente selettiva.

 

Se, per esempio effettuo una ricerca sul tema della competenza per territorio, dovrò ricordare che le massime sull’argomento possono esprimere il medesimo concetto in più modi, quali:

 

  • è competente (o incompetente) per territorio, oppure
  • è competente (o incompetente) territorialmente, oppure
  • il giudice si trova in una situazione di competenza (o incompetenza) per territorio, oppure
  • il giudice si trova in una situazione di competenza (o incompetenza) territoriale.

 

Ecco dunque come potrò formulare la stringa di ricerca:

  • Parole e classificazione – Intero Testo: (competen* or incompeten*) territori*

 

In alternativa, sfruttando il carattere «palindromo» del troncamento, si può scrivere così:

  • Parole e classificazione – Intero Testo: *competen* territori*

 

 

15.3. Segue. La ricerca a livello di sintagmi.

 

Per circa trent’anni il sistema Italgiure Find non ha consentito il controllo di sequenza (corrispondente all’operatore logico ADJ, cioè «adiacente»), nè quello di prossimità (NEAR); in altre parole non permetteva di ricercare i documenti indicando che i termini posti in and devono essere presenti in una ben precisa successione.

 

Così, per esempio, se digito

 

  • Parole e classificazione – Intero Testo: interesse legittimo

 

ottengo non solo i documenti in cui queste due parole compaiono l’una dopo l’altra (e dunque, verosimilmente, quelli in cui si tratta dell’ «interesse legittimo»), ma anche quelli che contengono le due parole, per così dire, «sparse» nel testo. In quest’ultimo caso, quindi, non si tratterà soltanto di documenti che concernono l’istituto giuridico menzionato, ma il risultato sarà costituito da un notevole «effetto rumore».

 

Per ovviare a tale incoveniente venne creata una ricchissima tabella dei sintagmi. Per sintagma s’intende un’espressione costituita da due parole immediatamente susseguenti – senza contare le preposizioni e gli articoli interposti – avente un significato autonomo diverso dal significato delle due parole individualmente prese.

 

Con ItalgiureWeb si è provveduto a rendere disponibile questa funzione semplicemente digitando l’espressione tra virgolette, come in qualsiasi motore di ricerca in Internet.

 

Es.:

 

  • Parole e classificazione – Intero Testo: “pubblico impiego”
  • Parole e classificazione – Intero Testo: “stato civile”
  • Parole e classificazione – Intero Testo: “diritto soggettivo”

 

Talora l’espressione sintagmatica può essere rilevante sia al singolare che al plurale. Pensiamo a «interesse legale».

 

In tal caso occorre digitare entrambe le espressioni:

 

  • Parole e classificazione – Intero Testo: “interesse legale” or “interessi legali”

 

Se siamo interessati a controllare la tabella dei sintagmi, possiamo invece digitare la parola parte del sintagma (es.: interesse, diritto, ecc.) e cliccare (a destra, nella maschera di ricerca, nella cartella «Parole e classificazione») sul link «sin».

 

Talora il sintagma può essere più complesso. Pensiamo all’espressione «stato d’abbandono», oppure «stato di abbandono». In questo caso sarebbe sbagliato digitare:

 

  •  “stato abbandono” 

 

Oppure

 

  •  “stato abbandono” (perché il solo and non seleziona qui abbastanza)

 

Occorrerà invece digitare:

 

 

Cliccando quindi a destra nella maschera di ricerca sulla casella «opzioni», selezionando la distanza e l’ordine.

 

In alternativa, in questo caso specifico, si potrebbe anche pensare alla stringa seguente:

 

  • Parole e classificazione – Intero Testo: “stato d’abbandono” or “stato di abbandono”

 

 

15.4. Segue. Il controllo di sequenza e di prossimità: gli operatori logici ADJ e NEAR.

 

Nel corso dell’anno 2000 il CED ha introdotto nel sistema di ricerca due nuovi operatori logici, operativi con i soli dati lessicali. Ci si intende qui riferire agli operatori:

 

 

Questi due operatori reperiscono i documenti nei quali i termini inseriti quali dati di ricerca risultano compresenti ed adiacenti, o a distanza di tre parole (ADJ), ovvero alla distanza massima di quindici parole (NEAR). E’ altresì possibile specificare se si intende ottenere solo i documenti nei quali la sequenza è rispettata nell’ordine espresso dall’utente.

 

Come si è detto, in ItalgiureWeb

  • la funzione ADJ è ora svolta dalle virgolette, mentre
  • la funzione NEAR è svolta dal tasto «opzioni» a destra della finestra per le parole.

 

Ad esempio, posso accorgermi che digitare “stato d’abbandono” o “stato di abbandono” può non coprire la gamma delle possibili opzioni, perché la sentenza può parlare di un minore o di minori abbandonati o, semplicemente, di abbandono di minore. Così, una volta che ho identificato i termini indefettibili, cioè minore e abbandono, posso operare come segue:

 

  • Parole e classificazione – Intero Testo: abbandon* minore

 

Cliccando quindi su «opzioni» scelgo non più di tre parole di distanza a prescindere dall’ordine.

 

La riprova del buon esito dell’operazione risiede nel fatto che, se digito “stato d’abbandono” or “stato di abbandono” ottengo un numero minore di risultati. Se combino i risultati della precedente ricerca con quest’ultima scopro che vi sono documenti interessanti che con quest’ultima ricerca avrei perso.

 

Es.:

 

  • Apertura archivio Civile
  • Parole e classificazione – Intero Testo: abbandon* minore
  • Cliccando quindi su «opzioni» scelgo non più di tre parole di distanza a prescindere dall’ordine

 

ottengo il seguente risultato:

 ARCHIVI ItalgiureWeb

 civile   [470540]

 B  [348] (testo=abbandon* minore

 

Se ora digito, cliccando su «Civile» (e dunque operando sull’intero archivio):

 

  • Parole e classificazione – Intero Testo: minore
  • Parole e classificazione – Intero Testo: “stato d’abbandono” or “stato di abbandono”

 

ottengo il seguente risultato:

 

 ARCHIVI ItalgiureWeb

 civile   [470540]

 B  [348] (testo=abbandon* minore)

 C  [3507] testo=minore

 D  [138] ((testo="stato d’abbandono" or "stato di abbandono")) AND (C)

 

Ora posso combinare i risultati, utilizzando la barra dei pulsanti

 

 

 

E dunque cliccando sul quinto pulsante da sinistra combino i risultati B e D tra di loro come segue: B and not D

 ARCHIVI ItalgiureWeb

 civile   [470540]

 B  [348] (testo=abbandon* minore)

 C  [3507] testo=minore

 D  [138] ((testo="stato d’abbandono" or "stato di abbandono")) AND (C)

 F  [210] (B) and not (D)

 

Il risultato F contiene, per l’appunto, quei documenti che verosimilmente si occupano del tema dell’abbandono del minore e che avrei perso digitando solo la stringa “stato d’abbandono” or “stato di abbandono”

 

 

15.5. Segue. La ricerca mediante le parole concettuali.

 

Per selezionare i documenti che esprimono lo stesso concetto della parola indicata – o concetti simili o correlati – con parole diverse o con perifrasi, occorre usare il canale «Concetti», nella scheda relativa alle Parole (ricerca della parola in tutta l’area della sua affinità concettuale). L’elaboratore selezionerà

 

  • non soltanto i documenti che contengono la parola indicata nella sua identità testuale, ma anche
  • i documenti che contengono tutte le parole di significato affine aventi al stessa radice,
  • tutte le parole di significato contrario a causa di un prefisso,
  • tutte le parole composte di cui quella indicata costituisca uno degli elementi semantici,
  • tutti i sinonimi, anche in senso lato e anche se totalmente diversi da un punto di vista testuale,
  • tutti i termini di significato più specifico.

 

Nel Sistema ItalgiureWeb la ricerca «concettuale» è possibile grazie al thesaurus, che procede a stabilire delle connessioni tra tutti i vocaboli della lingua italiana concettualmente affini, in modo da consentire (quanto meno entro una certa misura) al ricercatore il loro reperimento automatico. Tali connessioni non vengono stabilite a caso, ma secondo un principio costante detto della scomposizione delle parole in fattori primi semantici o semi del linguaggio.

 

Per effettuare la ricerca delle parole nella loro estensione «concettuale», l’elaboratore utilizza il thesaurus, che, come si è già detto, è uno speciale dizionario che contiene le parole concettuali operative (semi del linguaggio), ossia le parole direttamente ricercabili con il canale «Concetti», e tutte le altre parole contenute nei documenti e tradotte, in fase d’indicizzazione, in semi o combinazioni di semi fondamentali del linguaggio.

 

Es.:

 

  • Parole e classificazione – Intero Testo: terremoto

 

quindi clicco sul link «concetti».

 

Il sistema risponderà come segue:

 

Concetto n. 1

apri/chiudi

325

sisma, terremoto, movimento tellurico, commozione tellurica, sismo

apri/chiudi

30

terremoto

apri/chiudi

30

terremoto, peste

 

Il ricercatore potrà quindi scegliere tra le varie parole operative associate alla parola terremoto quella più corrispondente alle esigenze della propria ricerca; ad esempio, la parola «sisma».

 

 

15.6. Segue. La ricerca mediante «catene analogiche» e «catene sintagmatiche»: i comandi di relazione «test» e «link».

 

Di notevole interesse appaiono i comandi «test» e «link» che consentono di consultare una sorta di repertorio di suggerimenti per la ricerca, realizzato automaticamente sulla base delle più frequenti associazioni in or e in and degli utenti.

 

In particolare il comando «test» può essere utilizzato per consultare una sorta di vero e proprio dizionario dei «sinomimi» (e di termini utili per la ricerca giuridica), ricevendo informazioni sull’esito delle possibili associazioni in or del termine inserito con quelli suggeriti dal sistema. La differenza sostanziale tra l’uno e l’altro canale è il seguente:

 

  • test: ricerca tutti i sinonimi della parola passata per argomento e, comunque, tutti i termini intercambiabili (fungibili); quelli cioè che di solito (dall’utenza nel corso delle ricerche espletate in passato) vengono messi in or; in questo caso vien detto che l’analisi dei documenti è effettuata in relazione alla catena analogica delle parole;

 

  • link: ricerca, invece, tutte le parole che la massa delle ricerche ritiene normalmente complementari avendole poste in and; in questo caso vien detto che l’analisi dei documenti è effettuata in relazione alla catena sintagmatica delle parole.

 

Così se digitiamo, nell’archivio Civile:

 

  • Parole e classificazione – Intero Testo: albero

cliccando quindi a destra, sul link «test»

 

41

ALBERO

13

Or

ARBOREO

2

 

ARBUSTO

493

 

ASSE

13

 

BOSCHIVO

39

 

BOSCO

 

 

 

CIPRESSO

173

 

CULTURA

4

 

CUNETTA

3

 

FILARE

1

 

FORESTA

501

 

FRUTTO

 

83

 

GIARDINO

4

 

MACCHIA

1

 

MASSO

1111

 

MURO

5

 

PALO

98

 

PIANTA

32

 

PIANTAGIONE

1

 

PIANTATA

1

 

QUERCIA

343

 

RADICE

349

 

RAMO

21

 

RIMBOSCHIMENTO

41

ALBERO

21

Or

RIMBOSCHIMENTO

13

 

SEME

17

 

SIEPE

48

 

SOPRASSUOLO

11

 

SOPRASUOLO

14

 

VIGNETO

3

 

VITE

8

 

VIVAIO

 

il che vuol dire che nell’archivio Civile (ma, più convenientemente, questo tipo di ricerca poteva essere effettuato su di una selezione documentale più ristretta di un intero archivio) vi sono 41 documenti che contengono la parola «albero», 13 che contengono la parola «arboreo», 2 «arbusto»... e così via.

 

Passando ad un’esemplificazione pratica circa l’utilità del comando «test» basterà citare il caso seguente.

 

Voglio sapere se la vendita di un’automobile può effettuarsi validamente verbis.

 

Dopo aver aperto l’archivio Civile seleziono in base al riferimento normativo (art. 1350 c.c.):

 

  • Riferimenti normativi – Estremi: c.c. 1350

 

Digito quindi:

 

  • Parole e classificazione – Intero Testo: automobile

 

la risposta è 0 documenti

 

Se digito però «automobile» e clicco sul link «test» ottengo le parole più frequentemente associate in or dagli utenti che mi hanno preceduto in questa ricerca: tra di esse compare anche quella autoveicolo, così come nave o aeromobile. Sarà interessante notare che, ad esempio, nave ed aeromobile, anche se (evidentemente!) non sinonimi di automobile, hanno comunque una valenza giuridica rilevante, atteso che si tratta di beni mobili registrati. Si può dunque dire che il comando test consente di consultare un «dizionario dei sinonimi» in senso logico, ma anche «giuridico».

 

Passando ad un’ altra esemplificazione pratica circa l’utilità del comando «test» si potrà citare il caso seguente. Immaginiamo di dover reperire precedenti su questo tema:

 

danni o lesioni cagionati da un animale nel corso di manovre militari.

Se digito nell’archivio civile il comando:

 

  • Parole e classificazione – Intero Testo: danno manovra militare animale

 

ottengo 0 documenti.

 

Impostiamo invece la ricerca come segue:

 

  • Parole e classificazione – Intero Testo: manovra

 

cliccando sul tasto «test» seleziono:

  • esercitazione, manovra e operazione

 

A questo punto digito:

 

  • Parole e classificazione – Intero Testo: animale

 

cliccando sul tasto test

seleziono:

  • animale, bestia, bestiame, cavallo, toro

 

A questo punto digito:

  • Parole e classificazione – Intero Testo: militare

(come parola testuale e selezionando in base a tale parola)

 

Ottengo: Cass., 25 febbraio 1970, n. 447

 

* EDITA *    VEDI:RIFMC

 SEZ. U SENT. 00447 DEL 25/02/1970     RV. 345438

 PRES. FLORE    REL. DE SANTIS   COD.PAR.149

 RIC. MIN DIFESA

 RES. PERETTO

 148007 345438 RESPONSABILITA CIVILE - AMMINISTRAZIONE PUBBLICA (PA) - IN GENERE - ATTIVITA DISCREZIONALE - PRINCIPIO DEL NEMINEM LAEDERE - VIOLAZIONE - RESPONSABILITA DELLA PA - SUSSISTENZA.*

 COD.CIV. ART. 2043       COST.

  ANCHE NELL’ESERCIZIO DI UN’ATTIVITA DISCREZIONALE, LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E TENUTA ALL’OSSERVANZA DEI LIMITI IMPOSTI DA NORME DI LEGGE E DAL PRINCIPIO DEL NEMINEM LAEDERE. ALLORQUANDO DALLA PREDETTA ATTIVITA SIA DERIVATA LA LESIONE DI UN DIRITTO SOGGETTIVO DEL PRIVATO SPETTA AL GIUDICE ORDINARIO ACCERTARE SE TALI LIMITI SIANO STATI RISPETTATI O MENO. ( NELLA SPECIE LO SPARO DI UN CANNONE MANOVRATO DA MILITARI IN ESERCITAZIONE, A BREVE DISTANZA DA UNA STRADA ED IN LUOGO NON VISIBILE DA ESSA, AVEVA DETERMINATO REAZIONI SCOMPOSTE DI UN CAVALLO, CON CONSEGUENTI LESIONI A PERSONE. LE SEZIONI UNITE DELLA SC HANNO ENUNCIATO IL PRINCIPIO DI CUI SOPRA, CONFERMANDO LA SENTENZA CHE AVEVA ACCOLTO LA DOMANDA DI RISARCIMENTO PROPOSTA CONTRO LA PA DAI DANNEGGIATI).*

 

Per quanto attiene invece al comando link si potrà portare l’esempio seguente. Immaginiamo che io voglia avere una panoramica delle questioni poste dall’ascensore condominiale. In tal caso posso procedere così:

 

  • Apertura dell’archivio Civile
  • Parole e classificazione – Intero Testo: condomin*
  • Parole e classificazione – Intero Testo: ascensore

e questa volta clicco sul link «link»

 

Così operando, ottengo i termini più frequentemente associati in and dagli utenti con ascensore, ovviamente nell’ambito condominiale (vista la selezione già effettuata su condomin*). Non solo: ottengo anche una previa informazione sul fatto che tali ricerche possano dare (o meno) risultati positivi.

 

Se clicco poi su «test» ho invece un’indicazione utile: montacarichi. Cioè qui ho chiesto alla «memoria collettiva» degli utenti che mi hanno preceduto quali altri termini potrebbero essere usati come equivalenti ad ascensore, già sapendo fin dall’inizio se e quanti documenti, così operando, potrò trovare.

 

 

16. La ricerca per dati normativi.

 

La ricerca per dati normativi è quella che utilizza, quali dati per la ricerca, norme giuridiche. Fondamentale al riguardo è la cartella denominata «Riferimenti normativi», nella maschera di ricerca dei vari archivi. E’ da tenere presente poi l’utilità della consultazione delle informazioni di help disponibili, come sempre, cliccando sul punto interrogativo rosso.

 

Da tenere presente che il canale «Estremi» consente di utilizzare in tutta la sua estensione il linguaggio naturale. Sarà dunque possibile utilizzare le classiche forme di richiamo quali:

  • legge 31 dicembre 1996, N. 675, art. 1
  • legge 31 dicembre 1996, N. 675
  • legge 675 del 1996
  • legge 675/1996
  • 675/1996
  • DPR 26 agosto 1993, N. 412
  • cc 125
  • cc 125,126,129
  • cc 125-130
  • cod.civ. 125 and legge 318 del 1942 art 125 comma 1
  • cc 125 or legge 318 del 1942 art 125 comma 1

 

oppure gli estremi standard di ItalgiureWeb quali:

  • LS 1996 12 31 0675 0001
  • CF 0125 or CF 0126
  • CF 0036 and CF 0080

 

Così, se cerco giurisprudenza sull’art. 9, l. 898/70, potrò operare, ad esempio, come segue:

 

·      Apertura archivio Civile

·      Riferimenti normativi – Estremi: art. 9 legge 898 del 1970

 

Oppure: scegliere le varie caselle:

 

·      Anno: 1970

·      Numero: 898

·      Articolo: 9

 

Se ricerco giurisprudenza su di un certo articolo del codice civile, potrò operare, ad esempio, come segue:

 

·      Apertura archivio Civile

·      Riferimenti normativi – Estremi: art. 155 c.c.

 

Oppure: scegliere le varie caselle:

Tipo: codice civile

Articolo: 155

 

Altro esempio:

 

·      Apertura archivio Civile

·      Riferimenti normativi – Estremi: art. 230 bis c.c.

 

Oppure: scegliere le varie caselle:

Tipo: codice civile

Articolo: 230 bis

 

Ovviamente, anche con i riferimenti normativi è immaginabile una ricerca pluridato attraverso gli operatori logici.

 

Così, digitando

 

·      Apertura archivio Civile

·      Riferimenti normativi – Estremi: cc 2049 and cc 1228

 

otterrò i documenti che si riferiscono ai rapporti tra la responsabilità aquiliana per il fatto dei dipendenti e la responsabilità contrattuale per il fatto degli ausiliari.

 

  • Anno
    • Indicare l’anno di emissione del provvedimento legislativo che s’intende rintracciare.
    • Formato anno previsto aaaa;
    • Per identificare un intervallo di valori entro il quale costringere la ricerca, utilizzare l’icona a destra della casella di testo: si apre una piccola finestra di dialogo che permette di definire gli estremi dell’intervallo.
    • Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
  • Numero
    • Rappresenta il numero del provvedimento legislativo da individuare.
    • La forma con cui questo valore viene interpretato dal motore di ricerca >è di 4 cifre; in caso di valori inferiori a 1000, saranno convertiti automaticamente anteponendo tanti zeri quanti occorrono per ottenere il suddetto formato.
    • Per identificare un intervallo di valori entro il quale costringere la ricerca, utilizzare l’icona a destra della casella di testo: si apre una piccola finestra di dialogo che permette di definire gli estremi dell’intervallo.
    • Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta;
  • Tipo
    • Permette di indicare la tipologia del provvedimento legislativo in base ad una sigla rappresentativa.
    • E’ permesso l’uso dei caratteri jolly ("*" e "?").
    • Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
  • Specie
    • Questo campo classifica i provvedimenti legislativi.
    • Digitare la specie, oppure riportarla dal vocabolario lessicale per individuare i documenti sui quali compare questo valore
    • Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
  • Articolo
    • Indicare in questo campo il numero dell’:articolo del provvedimento legislativo che si sta cercando.
    • Il formato richiesto è rappresentato da quattro cifre, uno spazio ed altre due cifre.
    • Quando la casella di testo perde il fuoco (mediante la pressione del tasto TAB o il click del mouse in un’altra area della pagina) l’applicazione provvede a formattare il contenuto del campo nella modalità prevista.
    • Lo stesso avviene riportando il/i valori dal vocabolario lessicale.
    • Per identificare un intervallo di valori entro il quale costringere la ricerca, utilizzare l’icona a destra della casella di testo: si apre una piccola finestra di dialogo che permette di definire gli estremi dell’intervallo.
    • Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
  • Allegato
    • Indicare la sigla letterale che identifica l’allegato che è annesso al procedimento legislativo da rintracciare.
    • Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.
  • Data
    • Indicare la data di emissione del provvedimento legislativo;
    • Formato data previsto gg/mm/aaaa;
    • Separatori consentiti: ‘/’ (barra),’.’ (punto),’-’ (trattino);
    • Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

 

Utile è poi anche il ricorso alla serie continua di dati, allorquando viene in  considerazione una successione continua di articoli. Al riguardo bisogna tenere presente che, per indicare una serie continua di dati (range) in ordine alfabetico (se si tratta di dati alfabetici), numerico (se si tratta di dati numerici) o cronologico (se si tratta di dati temporali), basta digitare il primo e l’ultimo dato della serie separati tra loro da una sbarra trasversale (slash). L’elaboratore selezionerà tutti i documenti che contengono uno qualsiasi dei dati della serie, compresi il dato iniziale e quello finale.

 

Es.:

 

·      Apertura archivio Civile

·      Riferimenti normativi – Estremi: cc 1117/cc 1139

 

Oppure:

 

·      Apertura archivio Civile

·      Riferimenti normativi – Estremi: cc 1117 - cc 1139

 

 

17. La ricerca per dati classificatori.

 

La ricerca per schemi di classificazione risponde all’idea che tutto lo scibile giuridico possa essere suddiviso in grandi aree tematiche, a ciascuna delle quali viene assegnato un numero. Ogni grande area tematica («grande voce dello schema di classificazione generale») viene a sua volta suddivisa in aree più circoscritte, a ciascuna delle quali viene assegnato un numero più complesso, composto, per la prima parte, del numero della «grande voce», seguito da un numero specifico.

 

E’ possibile consultare direttamente tale suddivisione cliccando sulla linguetta «parole e classificazione» e quindi su «grande voce» o «piccola voce»:

 

Ad es.: 082 famiglia

 

Ad ognuna delle «grandi voci» corrisponde un numero a tre cifre.

 

Per sapere in quali sottovoci una grande voce si scompone basta cliccare sulla grande voce nell’apposita finestra di dialogo. A fianco di ogni voce compare anche il numero di documenti che si possono ottenere su quel certo argomento.

 

Ecco in breve le funzionalità del canale «Classificazione»:

 

  • Grande voce
    • Digitare in questo campo il valore di catalogazione relativo alla voce di classificazione di livello superiore;
    • oppure utilizzare il vocabolario dei termini di classificazione (seguire il collegamento che racchiude l’etichetta per riportare nella relativa casella di testo il/i valori che si intende individuare nei documenti da cercare;
    • Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta;

 

  • Piccola voce
    • Digitare in questo campo il valore di catalogazione relativo alla voce di classificazione di livello inferiore;
    • oppure utilizzare il vocabolario dei termini di classificazione (seguire il collegamento che racchiude l’etichetta per riportare nella relativa casella di testo il/i valori che si intende individuare nei documenti da cercare;
    • Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

 

  • Nuova voce
    • indicare codice alfanumerico corrispondente alla nuova voce da individuare
    • Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

 

Es. Sto facendo una ricerca sul termine per l’azione di disconoscimento della paternità. Posso operare o con il riferimento normativo all’art. 244 c.c. o per parole testuali (ad es.: disconosc* paternità termine), oppure scegliendo l’apposita piccola voce (nella specie corrispondente al n. 082020).

 

Peraltro l’utilizzo della piccola voce in questo caso si dimostra fonte di un «effetto rumore» enorme, perché per errore sono stati classificati come 082020 svariati documenti che non concernono il termine per l’azione di disconoscimento, ma quello, per altre azioni, relative alla paternità anche naturale!

 

Se il sistema fosse perfetto, qui dovremmo trovarci di fronte solo a massime in cui si parla di azione di disconoscimento della paternità, senza che questo tema costituisca la ratio decidendi della decisione. In realtà non è sempre così.

 

Come rilevato da uno studioso (C. Ciampi, «Gli schemi di classificazione permettono di effettuare ricerche precise, ma non sempre complete; ciò dipende dall’elemento di arbitrarietà insito in ogni opera di classificazione e dall’impossibilità di classificare il documento in modo da evidenziare tutto il potenziale informativo in esso contenuto, in ispecie per ciò che riguarda gli aspetti nuovi e originali. E’ pertanto consigliabile, nella fase di ricerca, utilizzare gli schemi di classificazione insieme con altri canali ed in ispecie con il canale delle parole; particolarmente utile, dopo aver selezionato i documenti in base alle parole in essi contenute, è sottoporre i documenti selezionati ad analisi spettrale per codici di classificazione, in modo da delimitare la selezione ai soli documenti pertinenti»).

 

Gli schemi di classificazione possono essere utili invece laddove si siano ottenuti molti documenti e si voglia «gettare un’occhiata» sul contenuto del pacchetto di documenti selezionati, per sapere se la ricerca darà esito.

 

Es.: voglio fare una ricerca sugli ultimi mesi di giurisprudenza della Cassazione e cercare di capire se vi sono sentenze in tema di divorzio. Così posso selezionare in base alla data, specificando gli estremi (es.: 01/07/2006 e 31/12/2006, per selezionare il secondo semestre del 2006) e quindi cliccare su «Parole e classificazione» e quindi sul link «piccola voce», digitando quindi 082 nella casella bianca in alto a destra. Ed ecco il risultato che ottengo:

 

1

082030

- FAMIGLIA - FILIAZIONE - FILIAZIONE NATURALE - DICHIARAZIONE GIUDIZIALE DI PATERNITA’ E MATERNITA’ - AMMISSIBILITA’ DELL’AZIONE

1

082033

- FAMIGLIA - FILIAZIONE - FILIAZIONE NATURALE - DICHIARAZIONE GIUDIZIALE DI PATERNITA’ E MATERNITA’ - EFFETTI

1

082036

- FAMIGLIA - FILIAZIONE - FILIAZIONE NATURALE - DICHIARAZIONE GIUDIZIALE DI PATERNITA’ E MATERNITA’ - PROVA

1

082063

- FAMIGLIA - FILIAZIONE - FILIAZIONE NATURALE - RICONOSCIMENTO - FIGLI PREMORTI - CLAUSOLE LIMITATRICI - EFFETTI - DIRITTI E DOVERI DERIVANTI AL GENITORE DAL RICONOSCIMENTO

1

082149

- FAMIGLIA - MATRIMONIO - DIRITTI E DOVERI DEI CONIUGI - EDUCAZIONE, ISTRUZIONE E MANTENIMENTO DELLA PROLE

2

082268

- FAMIGLIA - MATRIMONIO - SCIOGLIMENTO - DIVORZIO - OBBLIGHI - MUTAMENTO DEGLI OBBLIGHI

1

082269

- FAMIGLIA - MATRIMONIO - SCIOGLIMENTO - DIVORZIO - OBBLIGHI - VERSO L’ALTRO CONIUGE

4

082270

- FAMIGLIA - MATRIMONIO - SCIOGLIMENTO - DIVORZIO - OBBLIGHI - VERSO L’ALTRO CONIUGE - ASSEGNO

2

082276

- FAMIGLIA - MATRIMONIO - SCIOGLIMENTO - DIVORZIO - OBBLIGHI - VERSO L’ALTRO CONIUGE - DECESSO DELL’OBBLIGATO - PENSIONE DELL’OBBLIGATO - DIRITTI DELL’EX CONIUGE SUPERSTITE

3

082310

- FAMIGLIA - MATRIMONIO - SEPARAZIONE PERSONALE DEI CONIUGI - EFFETTI - ASSEGNO DI MANTENIMENTO

2

082318

- FAMIGLIA - MATRIMONIO - SEPARAZIONE PERSONALE DEI CONIUGI - EFFETTI - PROVVEDIMENTI PER I FIGLI

1

082319

- FAMIGLIA - MATRIMONIO - SEPARAZIONE PERSONALE DEI CONIUGI - EFFETTI - PROVVEDIMENTI PER I FIGLI - AFFIDAMENTO DEI FIGLI

 

2

082328

- FAMIGLIA - MATRIMONIO - SEPARAZIONE PERSONALE DEI CONIUGI - PROCEDIMENTO - INTERVENTO P.M. - PROVVEDIMENTI - MODIFICABILITA’

1

082336

- FAMIGLIA - POTESTA’ DEI GENITORI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Occorre poi tenere presente che esiste un apposito archivio finalizzato ad agevolare la ricerca per dati classificatori. Ci si riferisce all’archivio SCHEMB, nell’ambito del quale posso ricercare, utilizzando parole del discorso, i numeri delle grandi voci e delle piccole voci.

Così ad esempio, se voglio sapere quali sono i numeri dello schema di classificazione civile in materia di termine per l’azione di disconoscimento della paternità opererò nel modo seguente:

·       Apertura archivio SCHEMB

·       Parole nel testo – testo disconosc* paternità termine

Ottenendo il risultato seguente:

082 020  -  082

SCHEMA  CIVILE

1 FAMIGLIA (LEGGE 19 MAGGIO 1975 N. 151) (MECCANOGRAFICO 116) - 2 FILIAZIONE (C.C. 231-290) (MECCANOGRAFICO 116) - 3 FILIAZIONE LEGITTIMA (C.C. 231-249) - 4 DISCONOSCIMENTO DI PATERNITÀ - 5 TERMINE E SOSPENSIONE (C.C. 244-245) -

 

Digitando dunque il numero 082020 nell’archivio CIVILE (parole e classificazione – piccola voce), otterrò i documenti attinenti a questa materia.

 

 

18. Le analisi spettrali.

 

Le analisi spettrali servono per «dare uno sguardo» nel pacchetto di documenti selezionati, senza però operare selezioni ulteriori, senza alterare la consistenza dell’insieme accantonato. Il comando ci aiuta quindi a sapere se siamo sulla buona strada,  e quali successive operazioni dobbiamo compiere per operare eventuali nuove selezioni. L’analisi spettrale ci presenta quindi una scomposizione dell’insieme dei documenti selezionati, sulla base di un parametro, corrispondente al canale prescelto.

 

Sono possibili tante analisi spettrali quanti sono i canali online per ogni archivio. Esse si ottengono semplicemente cliccando sul link rappresentato dal nome del canale, in qualsiasi momento della ricerca.

 

Potremmo così pensare, per esempio ad un’analisi spettrale per parole, per sapere in quanti e quali documenti ricorrono i vari termini in essi contenuti. Tale analisi si ottiene cliccando sul link «intero Testo», nella maschera iniziale di ricerca di ognuno degli archivi del C.E.D., nel riquadro denominato «Parole».

 

Parole 

intero  Testo

 Opzioni

solo Titolo

 

lemma  

identità  

concetti

Termini in

Link 

Test 

 

Un tipo d’analisi spettrale assai in voga è quella per anno, la quale può anche essere mirata in relazione a determinati perio di tempo, come segue:

 

·      Apertura dell’archvio

·      Effettuazione di una qualsiasi ricerca

·      Indicare il range sotto il canale «Anno», nella scheda «Estremi e parti» (es.: 1995-2006)

·      Cliccare sul link Anno, nella scheda Estremi e parti

 

 Ecco il risultato (nell’archivio Civile):

 

14794

1995

12954

1996

15094

1997

15111

1998

18249

1999

20419

2000

18001

2001

18677

2002

21292

2003

21824

2004

7285

2005

6101

2006

 

 

 

Se voglio compiere un’analisi spettrale mirata, in relazione, ad esempio, ai soli riferimenti normativi a determinati articoli del codice civile, dovrò operare come segue. Immaginiamo di voler scoprire quali sentenze sono state emesse dalla Cassazione nel corso del 2006 in tema di comunione legale tra coniugi, in relazione ai vari articoli del codice civile che disciplinano questo istituto.

 

  • Apertura archivio civile
  • Riferimenti Normativi – Estremi: cc 177-cc 197
  • Clicco sul link Estremi

 

Ottengo il seguente risultato:

 

1

CC 0014 00

1

CC 0102 00

1

CC 0137 00

2

CC 0143 00

1

CC 0144 00

4

CC 0150 00

4

CC 0151 00

1

CC 0155 00

2

CC 0156 00

1

CC 0157 00

3

CC 0158 00

14

CC 0159 00

7

CC 0162 00

1

CC 0163 00

1

CC 0167 00

131

CC 0177 00

1

CC 0177 00 0000 A

1

CC 0177 00 0000 C

1

CC 0177 00 0001

1

CC 0177 00 0001 A

1

CC 0177 00 0001 C

1

CC 0177 00 D

11

CC 0178 00

36

CC 0179 00

36

CC 0179 00

8

CC 0180 00

1

CC 0182 00

6

CC 0184 00

1

CC 0186 00

1

CC 0187 00

3

CC 0189 00

1

CC 0190 00

9

CC 0191 00

5

CC 0192 00

1

CC 0192 00 0001

1

CC 0192 00 0004

3

CC 0193 00

3

CC 0194 00

2

CC 0195 00

1

CC 0197 00

 

Immaginiamo ora di cercare di sapere se nel 2006 la Cassazione ha trattato la materia della garanzia per vizi nella vendita.

 

  • Apertura archivio civile
  • Parole e Classificazione – Intero testo: vendita or compravendita
  • Riferimenti Normativi – Estremi: cc 1490-cc 1497
  • Clicco sul link Estremi

 

Di grandissima utilità, specie quando la ricerca dà luogo ad un gran numero di risultati, è poi l’analisi spettrale per le materie corrispondenti alle grandi voci o alle piccole voci. Così, se voglio effettuare un rapido aggiornamento dell’ultima giurisprudenza, dopo aver selezionato l’archivio di riferimento e il periodo di tempo considerato (utilizzando il canale Estremi e parti – Data), potrò cliccare sul link Grande voce, o Piccola voce, nella scheda Parole e Classificazione. Nel secondo caso otterrò un risultato più dettagliato.

 

Es.

 

  • Apertura archivio civile
  • Estremi e parti – Data: 01/07/2006-31/12/2006
  • Clicco su Parole e Classificazione – Grande Voce

 

 

19. L’archivio Merito e l’archivio Dottrina.

 

Le considerazioni sopra svolte in relazione all’archivio Civile valgono in buona misura anche per l’archvio Merito, con l’unica precisazione che tale archivio è accessibile cliccando sull’icona della ricerca multiarchivio e successivamente collocando la spunta nella casella corrispondente all’archivio MERITO.

Da notizie raccolte presso il C.E.D. parrebbe che l’intenzione del Centro sarebbe quella di eliminare tale archivio, che in effetti non è più stato «alimentato» a partire dal 2004-2005. Ricordiamo che i documenti in esame sono di due categorie:

 

  • avvisi di pubblicazione
  • documenti U.D.A. (cioè degli Uffici Documentazione e Automazione, oggi non più esistenti)

 

Sarebbe comunque un vero peccato che, anche se l’archivio non dovesse venire più arricchito da nuovi provvedimenti, andassero perduti i quasi centomila documenti attualmente ivi esistenti online, specie se si tiene conto del fatto che molte di quelle decisioni non sono reperibili altrove e che, del resto, svariate questioni trattate da tali arresti non possono formare oggetto di pronunzie di legittimità (si pensi, tanto per fare due esempi, alle questioni di mero fatto o ai provvedimenti in materia di c.d. volontaria giurisdizione).

 

Per l’archivio Merito occorrerà ricordare ancora una volta che determinanti sono la data ed il luogo in cui si trova l’ufficio giudiziario che ha emesso la decisione. Così, se cerco la sentenza 18 aprile 1997 del Tribunale di Torino dovrò operare nel modo seguente:

 

Apertura archivio, che si effettua cliccando sull’icona della ricerca multiarchivio e successivamente spuntando la casella dell’archivio MERITO;

·      Estremi e parti – Località: torino

·      Data:18/04/1997

 

Nel caso dovessero risultare più pronunce, posso inserire altri elementi differenziatori, quali, ad esempio:

  • Organo giudicante: tribunale

oppure:

  • Presidente:barbuto

oppure:

  • Estensore:oberto

 

Venendo all’archivio Dottrina potrà ricordarsi che lo stesso contiene in sé i vecchi archivi dottr e riv del sistema Italgiure Find. I canali e le opzioni di ricerca sono, in buona sostanza, gli stessi disponibili negli altri archivi, con alcune peculiarità.

 

Anche qui potrà dunque effettuarsi una ricerca per Parole – intero Testo (ricerca per dati lessicali), con la possibilità di combinare i termini con gli operatori logici, o di riferirli al solo titolo del contributo dottrinale, utilizzando vuoi lemmi, vuoi termini nella loro identità, vuoi concetti, nonché le funzioni link o test, o ancora, i sintagmi.

 

Anche per quanto attiene ai Riferimenti Normativi valgono le stesse considerazioni svolte con riguardo agli archivi giurisprudenziali

 

Peculiari all’archivio Dottrina sono i canali della cartella Dati Bibliografici e in particolare i seguenti.

 

Autore

Indicare il nominativo dell’autore del documento. Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

 

Titolo periodico

Indicare il nome del periodico che contiene il documento da individuare. Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

 

Editore

Indicare il nome dell’editore che pubblica la rivista contenente il documento da individuare. Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta;

 

PD

Nella cartella Estremi Sentenza, indicare un identificativo numerico che distingue in modo univoco il documento che si sta cercando. Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

 

Sottoarchivio

Il canale sottoarchivio consente di scegliere, fra le opzioni disponibili, la materia (civile, penale, costituzionale, ecc.) e il sottoarchivio all’interno del quale individuare il documento (contributi dottrinali, note a sentenza, ecc.); se non diversamente specificato le ricerche vengono dirette verso tutte le materie e tutti i sottoarchivi. Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta (sia in relazione alla Materia che alla Tipologia).

 

 

 Sottoarchivio  

Materia

Tipologia

 

 

Si noti che il medesimo archivio Dottrina è consultabile in versione demo nel sito dell’ITTIG, alla pagina web seguente:

·       http://nir.ittig.cnr.it/dogiswish/Index.htm.

 

Esso è inoltre consultabile in abbonamento presso il sito INFOLEGES, alla pagina web seguente:

·       http://www.infoleges.it/Dogi2005.

 

Sarà utile rammentare che un altro archivio online rilevante in materia di bibliografia è quello della Associazione ESSPER, alla pagina web seguente:

·       http://www.biblio.liuc.it/scripts/essper/ricerca.asp.

 

Infine, una ricerca bibliografica per monografie può essere compiuta in tutti i siti delle biblioteche, e in particolare in quello del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN), il cui OPAC è disponibile alla pagina web seguente: 

·       http://opac.sbn.it/cgi-bin/IccuForm.pl?form=WebFrame. 

 

 

20. L’archivio Lexs.

 

L’archivio di legislazione statale presenta opzioni di ricerca assai simili a quelli di giurisprudenza, che possono essere sintetizzate come segue.

 

Nella cartella «Ricerca Sintetica»

·       Parole

o    Intero Testo

§      indicare una o più parole da cercare nel corpo o nel titolo dei documenti che si vuole individuare.

§      In base alle impostazioni personali dichiarate nelle Opzioni il sistema considererà le parole indicate come necessariamente compresenti in qualunque posizione, o vicine entro un dato numero di termini ed eventualmente nell’ordine in cui sono indicate.

§      Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

 

o    solo Titolo

§      contrassegnando questa casella di controllo, si restringe la ricerca al solo campo del titolo (o titoletto a seconda degli archivi). 

 

o    lemma 

§      attivando questo pulsante di opzione si espande la ricerca sia al lemma dei termini inseriti che a tutte le forme corrispondenti, ad esempio «famiglia» espande a «famiglie» e «mantenendo» espande a «mantenere» e quindi «mantengo», «mantenessi», ecc. 

§      Opzione predefinita, salvo diversa impostazione delle Opzioni 

§      Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

 

o    identità

§      attivando questo pulsante di opzione non si attivano espansioni automatiche alla ricerca verso forme o semi; in questo modo entreranno a fare parte della frase di ricerca solo ed esclusivamente i termini indicati dall’utente;

§      Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

 

o    concetti

§      L’attivazione di questo pulsante di opzione

§      permette di espandere la ricerca effettuando un’analisi concettuale di quanto inserito nella casella di testo;

§      è necessario inserire una o più parole al fine di consentire, da parte dell’applicazione, una interpretazione e quindi l’individuazione dei concetti associati.

§      Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta;

§      La ricerca mediante concetti restituisce i 100 documenti più pertinenti.

 

o    Termini in Link

§      Permette di accedere ad un elenco organizzato dei termini che più frequentemente sono stati utilizzati in AND (compresenza dei termini sullo stesso documento) con il termine inserito nella casella di testo;

§      come da un vocabolario lessicale si potrà contrassegnare uno o più parole e riportarle nella pagina di ricerca;

§      Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

 

o    Termini in Test

§      Permette di accedere ad un elenco organizzato dei termini che più frequentemente sono stati utilizzati in OR (presenza di almeno uno dei termini sullo stesso documento) con il termine inserito nella casella di testo;

§      come da un vocabolario lessicale si potrà contrassegnare uno o più parole e riportarle nella pagina di ricerca;

§      Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta. 

 

o    scelta contesto 

§      L’utilizzo di questa casella di riepilogo permette di porre una limitazione all’area entro cui eseguire il filtro imposto dalla frase di ricerca.

 

·      Provvedimento o riferimento

·      Estremi

§      indicare gli estremi di riferimento per l’individuazione della norma o sentenza da individuare;

§      In questa casella di testo è implementato l’uso del Linguaggio Naturale; è possibile digitare una frase di senso compiuto: sarà il server a tradurla in una forma idonea per la ricerca.

·       Provvedimento

§      impostando questa opzione e compilando la casella di testo Estremi; i dati inseriti saranno ricercati fra gli estremi identificativi del documenti; in caso contrario, fra i riferimenti verso ad altri documenti,

§      Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

·      Riferimenti

§      impostando questa opzione e compilando la casella di testo Estremi; i dati inseriti saranno ricercati fra i riferimenti verso ad altri documenti; in caso contrario, fra gli estremi identificativi del documenti;

§      Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

 

Nella cartella «Parole e Classificazione»

·      Parole

·      intero Testo

o    indicare una o più parole da cercare nel corpo o nel titolo dei documenti che si vuole individuare;

o    In base alle impostazioni personali dichiarate nelle Opzioni il sistema considererà le parole indicate come necessariamente compresenti in qualunque posizione, o vicine entro un dato numero di termini ed eventualmente nell’ordine in cui sono indicate;

o    Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

 

·      solo Titolo

o    restringe la ricerca al solo campo del titolo (o titoletto a seconda degli archivi).

 

·      lemma

o    attivando questo pulsante di opzione  si espande la ricerca sia al lemma dei termini inseriti che a tutte le forme corrispondenti, ad esempio «famiglia» espande a «famiglie» e «mantenendo» espande a «mantenere» e quindi «mantengo», «mantenetti», ecc.;

o    Trattasi di opzione predefinita, salvo diversa impostazione delle Opzioni;

o    Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

 

·      identità

o    attivando questo pulsante di opzione non si attivano espansioni automatiche alla ricerca verso forme o semi; in questo modo entreranno a fare parte della frase di ricerca solo ed esclusivamente i termini indicati dall’utente;

o    Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

 

·      concetti

o    L’attivazione di questo pulsante di opzione permette di espandere la ricerca effettuando un’analisi concettuale di quanto inserito nella casella di testo;

o    è necessario inserire una o più parole al fine di consentire, da parte dell’applicazione, una interpretazione e quindi l’individuazione dei concetti associati.

o    Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta;

o    La ricerca mediante concetti restituisce i 100 documenti più pertinenti.

 

·      semi

o    L’attivazione di questo pulsante di opzione estende la ricerca ai termini indicati ed ai loro semi.

o    Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

 

·      Termini in Link, Test e Sin (cfr. supra, con riferimento alla ricerca negli archivi giurisprudenziali).

 

·      Classificazione

·      Civile

o    prelevare dal thesaurus di classificazione, o dal vocabolario lessicale oppure digitare da tastiera i termini da individuare nel documento che si sta cercando.

 

·      Ecologia

o    prelevare dal thesauro di classificazione, o dal vocabolario lessicale oppure digitare da tastiera i termini da individuare nel documento che si sta cercando.

 

·      Penale

o    prelevare dal thesaurus di classificazione, o dal vocabolario lessicale oppure digitare da tastiera i termini da individuare nel documento che si sta cercando.

 

·      Materia

o    indicare in questa casella di testo i termini che identificano la materia trattata nei documenti che si intende individuare;

o    Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta;

o    (I canali di ricerca «Materia» e «Autorità» degli archivi legislativi sono compilati a partire dal 01/01/1991).

 

Nella cartella «Estremi e Pubblicazione»

·      Estremi

·      Estremi

o    Indicare uno o più estremi identificativi di provvedimenti legislativi, quali ad esempio la sigla che ne contraddistingue la provenienza, oppure accedere al relativo vocabolario lessicale per individuare uno o più elementi, spuntare la relativa casella di spunta e utilizzare l’apposito pulsante per riportarli in questa casella di testo.

o    In questa casella di testo è implementato l’uso del Linguaggio Naturale; è possibile digitare una frase di senso compiuto: sarà il server a tradurla in una forma idonea per la ricerca.

o    Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

·      Genere

o    Permette di indicare la tipologia del provvedimento legislativo in base ad una sigla rappresentativa.

o    E’ permesso l’uso dei caratteri jolly («*» e «?», cioè troncamento e mascheramento).

o    Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

·      Specie

o    Insieme a Genere, questo campo classifica i provvedimenti legislativi.

o    Digitare la specie, oppure riportarla dal vocabolario lessicale per individuare i documenti sui quali compare questo valore

o    Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

·      Data

o    Indicare la data di emissione del provvedimento legislativo;

o    Formato data previsto gg/mm/aaaa;

o    Separatori consentiti: ‘/’ (barra),’.’ (punto),’-’ (trattino);

o    Se si fa uso del vocabolario lessicale, riportando i valori selezionati nella maschera di ricerca si noterà che il formato riportato è diverso da quanto sopra descritto.

o    Il formato data proprietario del motore di ricerca è espresso nella forma aaaammgg, senza separatori.

o    I formati diversi saranno convertiti dal motore di ricerca all’atto dell’interpretazione della frase.

o    Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

·      Autorità

o    Indicare l’autorità competente che ha emesso il provvedimento legislativo da individuare.

o    Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta;

o    (I canali di ricerca «Materia» e «Autorità» degli archivi legislativi sono compilati a partire dal 01/01/1991).

·      Anno

o    Indicare l’anno di emissione del provvedimento legislativo che s’intende rintracciare.

o    Formato anno previsto aaaa;

o    Per identificare un intervallo di valori entro il quale costringere la ricerca, utilizzare l’icona a destra della casella di testo: si apre una piccola finestra di dialogo che permette di definire gli estremi dell’intervallo.

o    Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

·      Numero

o    Rappresenta il numero del provvedimento legislativo da individuare.

o    La forma con cui questo valore viene interpretato dal motore di ricerca >è di 4 cifre; in caso di valori inferiori a 1000, saranno convertiti automaticamente anteponendo tanti zeri quanti occorrono per ottenere il suddetto formato.

o    Per identificare un intervallo di valori entro il quale costringere la ricerca, utilizzare l’icona a destra della casella di testo: si apre una piccola finestra di dialogo che permette di definire gli estremi dell’intervallo.

o    Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

·      Articolo

o    Indicare in questo campo il numero dell’:articolo del provvedimento legislativo che si sta cercando.

o    Il formato richiesto è rappresentato da quattro cifre, uno spazio ed altre due cifre.

o    Quando la casella di testo perde il fuoco (mediante la pressione del tasto TAB o il click del mouse in un’altra area della pagina) l’applicazione provvede a formattare il contenuto del campo nella modalità prevista.

o    Lo stesso avviene riportando il/i valori dal vocabolario lessicale.

o    Per identificare un intervallo di valori entro il quale costringere la ricerca, utilizzare l’icona a destra della casella di testo: si apre una piccola finestra di dialogo che permette di definire gli estremi dell’intervallo.

o    Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

·      Allegato

o    Indicare la sigla letterale che identifica l’allegato che è annesso al procedimento legislativo da rintracciare.

o    Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

·      Comma

o    Indicare il comma di riferimento dell’articolo del provvedimento legislativo che si sta cercando.

o    Il comma è rappresentato dal paragrafo che suddivide l’articolo del provvedimento in periodi.

o    Il comma è rappresentato da un valore numerico che può contenere dei punti di separazione che ne identificano la gerarchia di appartenenza, oppure, quando trattasi di comma che riguarda modifiche o aggiunte al provvedimento legislativo, da un trattino di separazione seguito dalla numerazione espressa latina in lettera che rappresenta la sequenzialità delle modifiche eseguite sul comma originario del procedimento.

o    Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

·      Lettera

o    Si tratta di una suddivisione dei commi di un articolo di un provvedimento legislativo.

o    Utilizzato quando si rende necessario espandere un comma.

o    Indicare la lettera dell’alfabeto che espande il comma a cui appartiene il provvedimento che si sta cercando.

o    Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

·      PD

o    Indicare la Posizione Documento (detta anche Indice meccanografico) che rappresenta un codice numerico di localizzazione.

o    Per identificare un intervallo di valori entro il quale costringere la ricerca, utilizzare l’icona a destra della casella di testo: si apre una piccola finestra di dialogo che permette di definire gli estremi dell’intervallo.

o    Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

 

·      Gazzetta Ufficiale

·      Numero

o    indicare il numero della Gazzetta Ufficiale nella quale è stata pubblicata la norma che si sta cercando;

o    Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

·      Anno

o    indicare l’anno in cui è stata pubblicata la norma che si sta cercando;

o    Formato anno previsto aaaa;

o    Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

 

·      Data

o    Indicare la data di pubblicazione;

o    Formato data previsto gg/mm/aaaa;

o    Separatori consentiti: ‘/’ (barra),’.’ (punto),’-’ (trattino);

o    Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

 

Nella cartella «Riferimenti Normativi»

·      Riferimenti Normativi

·      Estremi con qualifica

o    permette di referenziare un documento normativo noto tramite  gli estremi standard di Italgiure Web quali:

§      LS 1996 12 31 0675 PV

§      CC 0155

o    Cliccando sull’etichetta si ottiene il vocabolario di valori standard.  

o    In questa casella di testo è implementato l’uso del Linguaggio Naturale; è possibile digitare una frase di senso compiuto: sarà il server a tradurla in una forma idonea per la ricerca.

o    Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

·      Estremi senza qualifica

o    come per estremi con qualifica ma senza indicare la sigla di qualifica; Indicare gli estremi di identificazione di una norma o sentenza in questa casella di testo significa individuare i documenti nei quali i riferimenti referenziano solo le norme rispondenti alla qualifica (ed agli estremi) indicata.

o    Non porre la sigla di qualifica significa ampliare la selezione a tutti i documenti che referenziano quegli estremi indipendentemente dalla presenza o assenza o valore della sigla di qualifica.

o    In altre parole neò secondo caso è certamente compreso il primo, ma il primo è certamente più performante in quanto consente di raffinare maggiormente la selezione dei documenti individuati.

o    Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

Esempio:

 

Esempio di ricerca di estremi di riferimenti con o senza qualifica

Legislazione Statale - Riferimenti Normativi - Ricerca da Estremi con qualifica

Frase: (rif.estremi=CC 0002 00 MD) Cioè cerco la legge che ha modificato l’art. 2 c.c.

Esito: 1 documenti

"LEGGE 8 MARZO 1975, n. 39" nella quale compare "MD CC art. 2"

Legislazione Statale - Riferimenti Normativi - Ricerca da Estremi senza qualifica

Frase: (rif.estremi=CC 0002 00)

Esito: 2 documenti

"LEGGE 8 MARZO 1975, n. 39" nella quale compare "MD CC art. 2" un riferimento, cioè, alla modifica operata all’art. 2 c.c.

"DECRETO 13 GIUGNO 1994, n. 495" in cui compare un riferimento "PV CC art. 2...".

 

·      Genere

o    Permette di indicare la tipologia del provvedimento legislativo in base ad una sigla rappresentativa.

o    E’ permesso l’uso dei caratteri jolly (cioè *, vale dire troncamento, e ?, vale a dire mascheramento).

o    Il vocabolario lessicale permette di scorrere e/o selezionare uno o più elementi da riportare nella frase di ricerca.

o    Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

·      Qualifica

o    Indicare la tipologia del provvedimento legislativo, che specifica la motivazione che ha generato il provvedimento.

o    Selezionare uno degli elementi presenti nella casella di riepilogo oppure accedere al vocabolario lessicale;

o    Per filtrare la ricerca a più di un elemento utilizzare l’area di testo nella quale compare la ricerca in sintassi.

o    Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

·      Anno

o    Indicare l’anno di emissione del provvedimento legislativo che s’intende rintracciare.

o    Per individuare i documenti di uno o più determinati anni è possibile utilizzare il vocabolario lessicale;

o    Formato anno previsto aaaa;

o    Per identificare un intervallo di valori entro il quale costringere la ricerca, utilizzare l’icona a destra della casella di testo: si apre una piccola finestra di dialogo che permette di definire gli estremi dell’intervallo.

o    Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

·      Numero

o    Rappresenta il numero del provvedimento legislativo da individuare.

o    La forma con cui questo valore viene interpretato dal motore di ricerca >è di 4 cifre; in caso di valori inferiori a 1000, saranno convertiti automaticamente anteponendo tanti zeri quanti occorrono per ottenere il suddetto formato.

o    Accedere al vocabolario lessicale del campo, tramite il quale è possibile individuare uno o più valori che saranno posti in relazione di OR l’un l’altro (almeno uno dei valori indicati deve apparire sul singolo documento estratto dalla ricerca)

o    Per identificare un intervallo di valori entro il quale costringere la ricerca, utilizzare l’icona a destra della casella di testo: si apre una piccola finestra di dialogo che permette di definire gli estremi dell’intervallo.

o    Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

·      Articolo

o    Indicare in questo campo il numero dell’:articolo del provvedimento legislativo che si sta cercando.

o    Il formato richiesto è rappresentato da quattro cifre, uno spazio ed altre due cifre.

o    Quando la casella di testo perde il fuoco (mediante la pressione del tasto TAB o il click del mouse in un’altra area della pagina) l’applicazione provvede a formattare il contenuto del campo nella modalità prevista.

o    Lo stesso avviene riportando il/i valori dal vocabolario lessicale.

o    Per identificare un intervallo di valori entro il quale costringere la ricerca, utilizzare l’icona a destra della casella di testo: si apre una piccola finestra di dialogo che permette di definire gli estremi dell’intervallo.

o    Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

·       Allegato

o    Indicare la sigla letterale che identifica l’allegato che è annesso al procedimento legislativo da rintracciare.

o    Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

 

·      Data

o    Indicare la data di emissione del provvedimento legislativo;

o    Formato data previsto gg/mm/aaaa;

o    Separatori consentiti: ‘/’ (barra),’.’ (punto),’-’ (trattino);

o    Se si fa uso del vocabolario lessicale, riportando i valori selezionati nella maschera di ricerca si noterà che il formato riportato è diverso da quanto sopra descritto.

o    Il formato data proprietario del motore di ricerca è espresso nella forma aaaammgg, senza separatori.

o    I formati diversi saranno convertiti dal motore di ricerca all’atto dell’interpretazione della frase.

o    Per accedere al vocabolario utilizzare il collegamento racchiuso nell’etichetta.

 

Da tenere presente che, tra i vari siti web disponibili in materia legislativa, il sito Normattiva diffonde l’archivio LEXS online gratuitamente (e non solo questo), al seguente indirizzo:

http://www.normattiva.it

 

 

21. La giurisprudenza costituzionale.

 

Per la giurisprudenza costituzionale esistono tre archivi nel sistema del C.E.D.: Costpend, Costms e Costsn. Ogni ricerca dovrà sempre partire dall’archivio Costms, per poi essere estesa a a Costsn (per le motivazioni dei provvedimenti della Consulta) o, eventualmente, a Costpend (per le questioni pendenti).

 

Le schede e i canali di ricerca sono in tutto e per tutto simili a quelli degli archivi di giurisprudenza, con alcune peculiarità, peraltro, che sono legate al fatto che la Corte costituzionale è l’unico giudice a pronunziarsi non già su fattispecie, ma su leggi. Essa, quindi, utilizza disposizioni di livello costituzionale (ma talora anche una legge ordinaria, quale tertium comparationis) quale parametro, riferimento normativo, per giudicare della costituzionalità di leggi ordinarie. Fondamentale è quindi la distinzione tra

legge oggetto della questione di legittimità e

parametri normativi impiegati per decidere della questione di costituzionalità.

 

Per questo compare un’apposita cartella costituita dalla Norma oggetto del giudizio. All’interno di essa, nel canale Estremi si potrà inserire, con linguaggio naturale, la norma sulla cui costituzionalità voglio avere informazioni.

 

Es.:

·       Apertura archivio Costms

·       Norma oggetto del giudizio – Estremi: legge 898 del 1970 art. 9

oppure:

·       Norma oggetto del giudizio – Estremi: legge 392 del 1978 art. 6

 

Se poi voglio sapere quale tipo di decisioni sono state emesse al riguardo (e se vi sono questioni pendenti) dovrò operare come segue:

 

·       Nella cartella: Estremi e Autorità rimettente, cliccare sul link: Dispositivo

 

Se la mia curiosità è invece diversa e voglio sapere ad esempio se e quali decisioni e/o questioni sono state fondate sull’art. 3 Cost., potrò procedere come segue:

 

·       Apertura archivio Costms

·       Parametri costituzionali – Estremi: art. 3 Cost.

 

Si tenga poi presente che esistono due siti web dedicati alla Corte costituzionale italiana, di uguale interesse, perché contengono la giurisprudenza completa della Corte, oltre ad altri documenti di interesse per il cultore di diritto costituzionale:

 

·       http://www.cortecostituzionale.it sito ufficiale della Consulta)

·       http://www.giurcost.org

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