Giacomo OBERTO

 

APPUNTI PER UN CORSO

DI INFORMATICA GIURIDICA

 

CAPITOLO I

L’INFORMATICA GIURIDICA: LINEAMENTI GENERALI

Sommario:

 

 

1. L’informatica giuridica: storia.

 

L’informatica giuridica (almeno come la intendiamo oggi) nasce negli Stati Uniti all’inizio degli anni Sessanta dello scorso secolo. A dire il vero già nel 1949, in un articolo pubblicato sulla Minnesota Law Review uno studioso americano, Lee Loevinger aveva lanciato una nuova scienza, che aveva battezzato «jurimetrics» (giurimetria, potremmo dire) per designare l’utilizzo dei metodi delle scienze cosiddette esatte e specialmente dell’informatica nel campo del diritto. In particolare, egli auspicava l’uso dell’informatica nell’applicazione delle leggi antitrust, al fine di elaborare l’enorme massa di dati che le agenzie antitrust dovevano studiare al fine di accertare se determinate imprese avessero o meno una posizione dominante.

 

E’ però solo all’inizio degli anni 1960 che il giurista Hans Baade, insieme ad altri (p. es. G. Schubert, o Paul Hoffmann, che conia il termine lawtomation, da law e automation) propongono di assumere l’uso del termine jurimetrics per indicare l’ applicazione della scienza informatica al diritto.

 

In particolare, nel 1963, Baade (cfr. Baade, Jurimetrics, New York, London, 1963) dà un primo ordine sistematico alla giurimetria, assegnandole questi 3 campi:

 

·      l’utilizzazione dell’elaboratore elettronico per fini di documentazione, vale a dire di reperimento dell’informazione;

·      l’applicazione dei modelli logici (della logica simbolica) alle norme ed alle attività giuridiche;

·      la previsione delle sentenze future (la cosiddetta analisi beavioristica delle decisioni).

 

L’ultima delle funzioni qui indicate era sentita come particolarmente importante nei sistemi di Common law, dove il precedente è vincolante. Si pensi, tanto per fare un esempio, che risale già al 1897 la frase di Holmes secondo cui «The prophecies of what the courts will do in fact, and nothing more pretentious, are what I mean by the law» (Holmes, Collected Legal Papers, 1921, p. 173). Holmes fu il capofila della scuola definita degli «American Realists», per i quali il diritto sarebbe stato semplicemente «what the courts will do in fact» (sul punto v. Seagle, The Quest for Law, New York, 1941, p. 17 s., 376 s., nota 32), posizione, questa, aspramente criticata, per esempio, da Hermann Kartorowicz, il quale osservava che, allora, la funzione delle facoltà giuridiche avrebbe dovuto essere quella «to train men like Mr. Sherlock Holmes rather than Mr. Justice Holmes» (Yale Law Journal, Vol. XLIII, 1934, p. 1252; sul tema dei rapporti tra giurimetria e judicial predicting cfr. anche Taddei Elmi, Corso di informatica giuridica, Napoli, 2000, p. 11 s.).

 

Così, negli USA, già a partire dal 1964 si creò un Law Research Service dotato di un potente elaboratore elettronico nel quale vennero inseriti precedenti giurisprudenziali e che poteva essere interrogato anche a distanza con terminali collegati a mezzo cavi telefonici.

 

In realtà il sogno della previsione delle sentenze (dice Vittorio Frosini: usare il calcolatore come oroscopo giuridico automatico) era destinato a restare una pia illusione: l’interpretazione delle norme giuridiche e la stessa lettura dei fatti concreti che di volta in volta si presentano all’attenzione del giudice è quanto mai imprevedibile. Ciò nonostante l’utilità dell’informatica giuridica, sia a livello teorico che pratico, è più che evidente, come vedremo nel corso di queste lezioni.

 

In Italia le teorie statunitensi approdano solo verso la fine degli anni 1960, ove l’informatica giuridica tende ad essere presentata all’inizio sotto il nome di «giuscibernetica» (cfr. Losano, Giuscibernetica. Macchine e modelli cibernetici nel diritto, Torino, 1969). Questa nuova scienza viene così definita da Losano (op. cit., p. 107): «ogni applicazione della cibernetica al diritto».

 

La cibernetica (dal greco kybernetes, latino gubernator = nocchiero) è quella scienza fondata alla fine degli anni 40 dallo statunitense Norbert Wiener che studia il controllo e la comunicazione negli animali e nelle macchine e che poi finisce con lo specializzarsi nello studio dei messaggi, e specialmente i messaggi di comando, tra uomo e macchina, tra macchina e uomo, tra macchina e macchina (in partic. in quest’ultima branca: studio dei meccanismi attraverso i quali le macchine possono reagire agli stimoli ambientali esterni, modificandosi). Nel 1975 Vittorio Frosini introduce l’espressione giuritecnica, ma neppure quest’ultima sembra riscuotere un gran successo. In effetti, il termine ormai comunemente accettato da noi per definire lo studio delle applicazioni informatiche alle scienze giuridiche è quello di informatica giuridica.

 

 

2. L’informatica giuridica: definizione.

 

Noi giuristi siamo sempre alla ricerca, per effetto delle nostre deformazioni mentali, di un preciso dato normativo al fine di reperire la definizione di un determinato istituto giuridico. Del resto, la nostra legislazione civilistica – tanto per portare un esempio – è piuttosto generosa in materia: contratto, testamento, illecito, svariati contratti speciali sono definiti dal codice, mentre le nuove normative, specie quelle di origine comunitaria o comunque sovranazionale, si aprono con un catalogo di definizioni.

 

Notevole è quindi l’imbarazzo con il quale affrontiamo la questione della definizione dell’informatica giuridica, concetto che non viene certo fornito a livello legislativo. Se andiamo alle origini di questa disciplina scopriamo che, per esempio, lo stesso suo fondatore ha sempre insistito sul carattere empirico della giurimetria. Così, ancora nel 1963, Lee Loevinger scriveva: «Non è necessario, e forse è impossibile, dare una precisa definizione dell’ambito della giurimetria . Come in ogni disciplina empirica, la definizione verrà data dall’attività dei suoi cultori e di certo si modificherà ed estenderà, man mano che esperimenti ed esperienze risolveranno problemi specifici».

 

E’ però chiaro che in tanto vi sono cultori d’una disciplina, in quanto si sappia qual è la disciplina da coltivare; fin dal sorgere della giurimetria, quindi, era in realtà abbastanza chiaro quale fosse il campo abbracciato da tale scienza: quello, per l’appunto, già sopra specificato, e cioè: l’utilizzazione dell’elaboratore elettronico per fini di documentazione, vale a dire di reperimento dell’informazione, nonchè l’applicazione dei modelli logici (della logica simbolica) alle norme ed alle attività giuridiche, fermo restando che la previsione delle sentenze future (la cosiddetta analisi beavioristica delle decisioni) è rimasta ed è destinata a rimanere una chimera.

 

La definizione che si fornisce oggi dell’informatica giuridica, quanto meno in Italia, è comunque più pratica. Innanzitutto si distingue tra:

 

 

L’informatica giuridica (in senso lato) va intesa come quella materia che si occupa della trattazione delle attività informatiche tecnico-pratiche applicate al diritto.

 

Più precisamentè dette attività applicative possono essere così riassunte:

 

 

L’informatica giuridica (in senso lato) comprende poi anche, almeno secondo l’interpretazione prevalente, altri settori di indagine, che vorrei qui anche solo brevemente menzionare:

 

 

Tutti questi che si sono ora citati costituiscono più problemi di diritto dell’informatica che non di informatica del diritto (sul tema cfr. Taddei Elmi, Corso di informatica giuridica, cit., p. 103 ss.), ma la tendenza è comunque quella di fare rientrare anche i primi nel seno dell’informatica giuridica (intesa in senso lato). In ogni caso in questo corso non tratteremo questi aspetti, occupandoci soltanto profili più prettamente applicativi dell’informatica giuridica riferita alle ricerche di interesse giuridico presso gli archivi del C.E.D. della Corte di cassazione, nonchè su Internet.

 

Infine vi è ancora un settore la cui importanza mi preme sottolineare, ancorchè esso non sia ancora – al giorno d’oggi – sufficientemente preso in considerazione dai cultori dell’informatica giuridica: esso è quello che definirei dell’informatica giuridica personale, cioè di quella disciplina che studia l’impiego degli strumenti dell’informatica personale (personal computer, relative periferiche e relativi softwares) per

 

 

Informatica giuridica (in senso lato)

materia che si occupa della trattazione delle attività informatiche tecnico-pratiche applicate al diritto

1. Informatica giuridica documentale (o documentaria), chiamata anche informatica giuridica in senso stretto;

2. Informatica giuridica metadocumentale (o decisionale o modellistica giuridica o metadocumentaria o intelligenza artificiale nel diritto);

3. Informatica giudiziaria (o giuridico-gestionale);

4. Diritto dell’informatica;

5. Informatica giuridica personale .

 

Naturalmente questo tipo di ripartizione della materia, non essendo codificato in alcuna disposizione di legge (nè si vede come potrebbe esserlo), non è accettato da tutti (per un’impostazione che riprende quella da me suggerita cfr. peraltro Bin e Lucchi, Informatica per le scienze giuridiche, Padova, 2002, p. 7 ss.). Così, per esempio, secondo alcuni, l’informatica giuridica in senso stretto sarebbe costituita dalle attività qui collocate sub 1, 2 e 3 (e non solo da quella posta sub 1; per un diverso schema di presentazione della materia dell’informatica giuridica cfr. per esempio Taddei Elmi, Corso di informatica giuridica, cit., p. 89). A mio avviso, però le particolarità proprie dell’informatica metadocumentale e dell’informatica giudiziaria sono tali da collocare queste discipline in una posizione piuttosto distante dall’informatica giuridica documentale, che comunque dell’informatica giuridica in senso lato rappresenta comunque la parte più importante, oltre che maggiormente sviluppata ed applicata. Ed è proprio questo il campo che approfondiremo maggiormente nel corso di queste lezioni, peraltro non senza trascurare brevi cenni ad alcune delle altre materie qui indicate.

 

 

3. L’informatica giuridica documentale (o documentaria, o informatica giuridica tout court).

 

Si definisce informatica giuridica documentale (o documentaria, o informatica giuridica tout court) quella disciplina che studia la classificazione, l’immagazzinamento e il reperimento a mezzo strumenti elettronici (hardware e software) di quei documenti che sono propri dei quattro campi di maggiore interesse per il giurista, e più precisamente:

 

 

Sulla base di questa quadripartizione comprendiamo come i documenti di cui stiamo parlando siano (principalmente):

 

 

L’immagazzinamento di questi documenti avviene in apposite banche dati elettroniche, cioè «collezioni di dati organizzati e omogenei concernenti uno o più argomenti affini, gestite da un calcolatore e messe a disposizione degli utenti non informatici mediante un linguaggio di interrogazione appropriato». Queste banche dati possono essere:

 

 

Secondo la maggior parte dei cultori dell’informatica giuridica possiamo dunque dare per corretta la seguente equazione: banca dati = archivio elettronico. Al riguardo esiste anche, e da tempo, un preciso dato normativo in proposito: cfr.  art. 8, l. 1 aprile 1981, n. 121, sulle banche dati del ministero dell’interno, che parla di «archivi magnetici» (delle informazioni e dei dati in materia di tutela dell’ordine, della sicurezza pubblica e della prevenzione e repressione della criminalità).

 

La definizione di «banca dati» (ancorchè non solo elettronica) è ora fornita dalla legge sulla tutela dei dati personali: cfr. art. 1, l. 31 dicembre 1996, n. 675 (tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali), che menziona tale concetto più volte. Le disposizioni di cui alla citata legge sono state successivamente trasfuse nel t.u. denominato «Codice in materia di protezione dei dati personali» (d.lgs. 30 giugno 2003, n. 196).

 

Da tenere presente anche la disciplina di cui al d. legis. 6 maggio 1999, n. 169 («attuazione della direttiva 96/9/ce  relativa  alla  tutela giuridica delle banche di dati»), che è venuta ad estendere anche alle banche dati la protezione accordata dalle norme sul diritto d’autore. L’art. 2 del citato d.lgs. così definisce le banche dati: «raccolte  di opere, dati o altri elementi indipendenti sistematicamente o metodicamente disposti ed individualmente accessibili mediante mezzi elettronici o  in altro  modo».

 

Ancora più di recente l’art. 4, lett. p), del già citato d.lgs. 30 giugno 2003, n. 196 - Codice in materia di protezione dei dati personali (in vigore dal 27 febbraio 2004; testo disponibile al sito seguente:

http://www.garanteprivacy.it/garante/navig/jsp/index.jsp?folderpath=Normativa%2FItaliana) definisce testualmente «banca di dati, qualsiasi complesso organizzato di dati personali, ripartito in una o più unità dislocate in uno o più siti».

 

Anche all’interno della nozione di banca dati esistono svariate distinzioni, la principale delle quali è costituita da quella tra:

 

 

Ci occuperemo in questo corso delle sole banche dati (giuridiche) documentali, cioè di quegli archivi elettronici contenenti documenti di interesse giuridico, del genere di quelli sopra specificati. Alle banche dati fattuali verrà invece dedicato un cenno nella parte della presente trattazione relativa all’informatica giudiziaria.

 

BANCHE DATI DOCUMENTALI             ====>

INFORMATICA GIURIDICA DOCUMENTALE

BANCHE DATI FATTUALI                       ====>

INFORMATICA GIUDIZIARIA

 

Prima però di passare alla trattazione approfondita dell’argomento delle banche dati documentali occorre fornire alcune nozioni fondamentali relativamente ai temi seguenti:

 

 

 

4. L’informatica giuridica metadocumentale (o decisionale o modellistica giuridica o metadocumentaria o intelligenza artificiale nel diritto). Premessa.

 

Come si è visto l’informatica giuridica documentale tende a organizzare, catalogare e raccogliere dati e a fornire informazioni su di essi in risposta a domande fornite dall’utente. L’informatica giuridica metadocumentale vuole invece superare il momento meramente informativo per spingersi a riprodurre automaticamente le attività del giurista, a fornire pareri, consulenze e decisioni, in una parola a dare soluzioni di problemi e non una mera documentazioni su problemi . Proprio questo tipo di applicazioni sembrano costituire il futuro dell’informatica giuridica: applicazioni che tendono, cioè, a stabilire una sorta di dialogo tra l’operatore del diritto e il computer sulla soluzione da dare a un caso concreto, oppure sull’impostazione metodologica da dare a una questione giuridica, magari anche astratta.

 

Alcuni presentano come esempio-limite di applicazione dell’informatica giuridica metadocumentale l’elaborazione di «sistemi decidenti» o di «sistemi legislatori» (la «macchina-giudice» o «la macchina-legislatore»), che, oltre ad evocare ricordi di orwelliana memoria, sembrano almeno per il momento (e per fortuna) assai di là da venire. Naturalmente esistono diverse opinioni in proposito, ma mi sembra, anzi, che, da un lato, il sillogismo giuridico impiegato dal giudice per decidere una controversia e, dall’altro, il procedimento legislativo, non potranno mai essere trasformati, per la loro complessità, in altrettanti algoritmi in grado di essere gestiti da un computer.

 

In realtà svariate applicazioni di tipo metadocumentale dell’informatica giuridica sono pensabili già oggi (ed in parte, anzi, sono state già realizzate) e con risultati decisamente meno inquietanti di quelli appena citati. Gli esempi che porterò qui di seguito sono tratti proprio dalla «meccanizzazione» dell’attività giudiziaria , da un lato e di quella legislativa , dall’altro, senza peraltro che possa parlarsi di «macchina-giudice» o di «macchina-legislatore»; potrebbe forse dirsi, nei casi che citerò: macchina (rectius : sistema) di assistenza al giudice e macchina (rectius: sistema) di assistenza al legislatore. Prima di illustrare questi esempi occorre però chiarire che cosa siano i sistemi esperti.

 

 

4.1. Segue. I sistemi esperti.

 

I sistemi esperti (expert systems) sono dei programmi che tendono a fornire all’operatore la soluzione di problemi specifici. Più esattamente, si tratta di meccanismi diretti alla riproduzione di attività intellettuali proprie dell’uomo in macchine automatiche ed, in particolare, per il reperimento intelligente di una documentazione, parere, consulenza o decisione oltre che per la produzione di un documento amministrativo, giudiziario o professionale o di ausilio della decisione.

 

In essi il procedimento è, per così dire, inverso rispetto a quello che si segue nell’ informatica giuridica documentale. Mentre in quest’ultima è l’operatore che pone interrogazioni al sistema informatizzato, nei sistemi esperti è il calcolatore che interroga l’operatore e che, sulla base delle sue risposte, sfrutta le «conoscenze» di cui dispone nelle sue banche dati. Un sistema esperto è dunque composto da due elementi essenziali:

 

 

Un esempio assai banale e diffuso di sistema esperto, che conosciamo e frequentiamo quotidianamente quasi tutti, è dato dalla funzione di correzione ortografica e grammaticale di Word per Windows, così come di ogni altro importante programma di trattamento testi.

 

Una volta terminata la redazione del testo da noi elaborato, possiamo infatti sottoporlo al controllo di questo particolare sistema esperto.

 

Più esattamente, il sistema opera nel modo seguente:

 

 

 

4.2. Segue. (Ipotetico esempio di) Un sistema esperto in materia di separazione personale consensuale tra coniugi.

 

Come esempio di sistema esperto di aiuto all’attività giurisdizionale (o comunque ad attività connessa con quella giurisdizionale) possiamo pensare ad un ipotetico schema interattivo e personalizzato di accordo di separazione personale consensuale tra coniugi.

 

Oggi due coniugi che intendano separarsi senza ricorrere alla procedura contenziosa si recano da un professionista legale (o presso un centro di mediazione familiare, o da entrambi). Cosa farà quest’ultimo? Il professionista tenterà di raggiungere una soluzione consensuale sulla base di un «canovaccio» tratto dalla sua esperienza e che costituisce la base dell’intesa di separazione consensuale. E’ chiaro, però, che il canovaccio va adattato in base alle particolarità del caso concreto ed arricchito dei peculiari elementi di specialità apportati dalle vicede personali e patrimoniali di quella coppia in crisi.

 

Possiamo quindi immaginare una serie «canonica» di domande che verranno poste alle parti, del seguente tenore (ovviamente, a puro titolo esemplificativo: le domande possibili sono in realtà molte e molte di più):

 

 

Sulla base delle risposte fornite il sistema potrebbe così elaborare e calcolare una proposta di assegno di mantenimento mensile e potrebbe anche «proporre» alla parte obbligata di procedere alla relativa liquidazione magari con modalità diverse da quelle tradizionali, quali, per esempio:

 

 

Passando poi al tema dei figli si possono immaginare domande del genere:

 

 

Immaginiamo che tutto questo (oltre, naturalmente, a tutte le altre questioni possibili ed immaginabili in merito all’autonomia dei coniugi in crisi) sia inserito nella memoria di un computer e che, invece di un normale schema cartaceo, sui vari punti il sistema stesso fornisca soluzioni differenziate a seconda delle risposte che i coniugi danno alle domande poste dal computer.

 

Così, sempre per esempio, potrebbe essere il programma a segnalare ai coniugi che, in presenza di figli minorenni, nel caso di assegnazione della casa familiare è sempre opportuno procedere alla trascrizione del verbale di separazione, al fine di consentire l’opponibilità agli aventi causa dell’assegnazione stessa oltre il novennio, nel caso di assegnazione a genitore non proprietario dell’unità immobiliare.

 

 

4.3. Segue. Esempi di sistemi esperti legali.

 

Uno dei campi nei quali si è suggerita l’applicazione di sistemi esperti è quello della tecnica redazionale delle leggi. In relazione a questo profilo sono stati predisposti dei software che mirano a verificare nella scrittura dei testi normativi il rispetto di determinate regole. La scienza che studia l’applicazione di modelli di intelligenza artificiale alla redazione delle leggi si chiama legimatica. Sul punto non potrà che farsi rinvio (anche per gli ulteriori necessari richiami) ad altri lavori dello scrivente; cfr. inoltre Fioriglio, Temi di informatica giuridica, disponibile al sito web seguente:

http://amsacta.unibo.it/2326/1/fioriglio-temi_di_informatica_giuridica.pdf.

 

Alcuni cenni potranno farsi anche ad altri sistemi esperti legali. I sistemi esperti coprono un settore dell’attività giuridica finora non toccato dall’automazione; se originariamente ogni attività giuridica era attività umana, successivamente certe attività apparentemente decisionali ma in realtà esclusivamente ripetitive (attività fiscali, o quelle relative alle infrazioni al codice della strada) sono state almeno in parte automatizzate, realizzando modelli informatizzati di alcuni settori dell’ordinamento giuridico e determinando, in tal modo, un processo di erosione delle attività puramente umane e offrendo anche un ausilio decisionale: di fronte ad un certo caso, infatti, il sistema propone una soluzione e, se richiesto, spiega anche il motivo per cui propone quella e non altre soluzioni. Dipenderà dal libero convincimento del giudice se accettare o meno quella proposta; in caso negativo, tuttavia, il sistema verrà arricchito di una nuova variante.

 

In Italia oggi vi sono già ottimi sistemi esperti legali. Il caso più noto è forse quello del sistema denominato «RE MIDA» edito dalla Giuffrè e realizzato interamente da un magistrato (Gianfranco d’Aietti), in materia di rivalutazione monetaria e di calcolo degli interessi (sulla stessa materia si noti che più di recente alcuni siti hanno iniziato a fornire servizi  automatici e gratuiti di calcolo della rivalutazione monetaria in base agli Indici ISTAT sul costo della vita: cfr. per esempio la pagina web seguente: http://servizi.comune.milano.it/www-asp/istat/index.asp).

Altri sistemi esperti in commercio riguardano materie come quella fiscale o il condominio.

 

Si potranno poi ancora ricordare svariati sistemi esperti per la gestione degli studi legali. Alcuni di questi sono reperibili al seguente sito: https://www.netlexweb.com/?gclid=CNCPhrWq9csCFcluGwodARMMAQ. 

 

Attualmente, nonostante alcuni risultati incoraggianti, c’è ancora molta strada da fare nel campo dell’intelligenza giuridica artificiale; i sistemi esperti legali realizzati dai nostri studiosi sono pochi ed ancora troppo limitati, ma esiste una via per ottenere significativi progressi in questo settore: il confronto tra la tradizione teorico giuridica e le proposte dell’intelligenza artificiale, che permetterà di elaborare modelli del linguaggio e del ragionamento giuridico in grado di offrire non solo una migliore comprensione dei fenomeni giuridici, ma anche gli strumenti per un intervento fattivo nella pratica del diritto.

 

Una menzione merita infine, per ciò che attiene all’elaborazione di un programma esperto di aiuto nella redazione ed archiviazione delle sentenze, il c.d. progetto POLIS. Il progetto «POLIS» (Pagine On-line di Informazione ai Servizi per il Lavoro) nasce dal sodalizio stretto tra l’avvocatura bolognese e la magistratura, inteso ad elaborare una soluzione che riuscisse ad arginare la crisi della giustizia civile, e penale, italiana. Esso consiste nella memorizzazione informatica del testo integrale di tutte le sentenze emesse dal Tribunale di Bologna, consultabili per via telematica da magistrati e avvocati.

 

In realtà, il progetto «POLIS» altro non è che «il fanalino di coda» di un progetto ben più vasto, quello del «Processo Telematico», completato l’anno scorso ed approvato dal Ministero della Giustizia che ha scelto proprio il Tribunale di Bologna come «foro – pilota» per realizzare la informatizzazione dei servizi di cancelleria e del processo civile.

 

«POLIS» intende creare un sistema di ausilio alla produzione e consultazione della giurisprudenza di ogni ufficio giudiziario, un sistema di editing delle produzioni giurisprudenziali degli uffici. Rappresenta il primo tentativo di sviluppo di un software per la scrittura degli atti e di provvedimenti del magistrato per assisterne la fase della decisione. Il progetto «POLIS» si attiene a delle scelte di indirizzo quali:

 

a)       archiviazione del documento ovverosia totale archiviazione della produzione giurisprudenziale del tribunale;

b)       conoscenza e studio degli unreported cases (precedenti occulti) anche nell’atto di superare la vecchia distinzione tra sentenze motivate in diritto e sentenze motivate in fatto essendo solo le prime destinate agli onori della cronaca giudiziaria;

c)       adozione del sistema di classificazione del C.E.D. della Cassazione (cd. «schema generale di classificazione in materia civile»);

d)       possibilità di massimazione, da parte del magistrato, della propria produzione giudiziaria. Tale attività permette di superare le possibili discordanze nell’attività medesima (es. massime discordi per la stessa sentenza) nonché le problematiche connesse alle cd. massime menzognere (che alterano la ratio decidendi della sentenza) (cfr. Liccardo, Introduzione al processo civile telematico, in Riv. trim. dir. e proc. civ., 2000, p. 1197 ss.).

 

Con queste ultime considerazioni si viene a toccare il tema dell’informatica c.d. giudiziaria.

 

 

5. L’informatica giudiziaria. Premessa.

 

L’informatica giuridica non va confusa con l’informatica giudiziaria. L’informatica giudiziaria (o giuridico-gestionale, o di gestione) è infatti quella disciplina che si occupa dell’informatizzazione delle procedure giudiziarie. Essa tende dunque a consentire la gestione informatizzata di tutti gli atti e gli adempimenti che siano espressione di attività procedurali giudiziarie, nel campo civile, come in quello penale, come in quello amministrativo, con particolare riguardo:

 

 

L’informatica giudiziaria viene dunque definita (anche) come «automazione dell’intero processo giurisdizionale». Non è questa la sede per ripercorrere la tormentata storia dell’informatizzazione degli uffici giudiziari italiani. In estrema sintesi potrà rimarcarsi la singolarità del contrasto tra

 

 

Dovrà ricordarsi a questo punto che l’informatica giudiziaria può essere distinta in quattro branche :

 

 

5.1. Segue. L’informatica giudiziaria gestionale.

 

L’informatica giudiziaria gestionale è il ramo che investe i procedimenti che si svolgono con l’intervento del giudice e delle parti. Il processo viene gestito con l’ausilio dell’elaboratore nel quale vengono memorizzati, sotto forma di dati codificabili, tutti gli atti che corrispondono ad attività strutturate. Il processo, ed in generale le procedure che prevedono l’intervento del giudice e delle parti, risolvendosi in una sequenza di atti orientati ad un risultato, coordinati fra loro e sufficientemente strutturati, si prestano agevolmente alla codificazione e, quindi, all’automatizzazione.

 

I vari atti che integrano l’iter procedurale vengono memorizzati sulla base di un programma che rispecchia le regole processuali; il processo, concretandosi in flussi d’informazioni, utilizzabili sia verso l’interno che verso l’esterno, si trasforma in una rete informativa di dimensione operativa e di carattere dinamico, che implica una serie di evidenti e rilevanti vantaggi.

 

Viene così impresso un ritmo di maggiore celerità, tenuto conto che la macchina è in grado di:

 

In un futuro non molto lontano (ed anzi alcuni esperimenti si sono già realizzati con successo), la stessa presenza fisica dei legali (o dei loro impiegati) negli uffici di cancelleria non sarà più richiesta, in quanto essi potranno ottenere le informazioni necessarie attraverso il terminale personale collegato con il centro elettronico dell’ufficio.

 

 

5.2. Segue. L’informatica giudiziaria documentaria. L’impiego dell’informatica nelle inchieste penali.

 

L’informatica giudiziaria documentaria è rappresentata dalle banche dati fattuali (cui si è già fatto cenno e sulle quali si tornerà oltre) impiegate nella lotta alla criminalità organizzata e non.

 

Il problema, giuridico e tecnico, del ricorso all’informazione automatizzata come ad uno strumento indispensabile per affrontare la lotta alla criminalità mafiosa nelle nuove dimensioni da essa assunte, sia nel senso della sua estensione territoriale, sia nel senso della sua complessità organizzativa nei settori bancario e finanziario, è un problema che si è imposto all’attenzione di investigatori, magistrati e forze di polizia ancora prima dell’emanazione della legge n. 646/1982 (legge 13 settembre 1982, n. 646, disposizioni in materia di misure di prevenzione di carattere patrimoniale ed integrazioni alle leggi 27 dicembre 1956, n. 1423, 10 febbraio 1962, n. 57 e 31 maggio 1965, n. 575 e istituzione di una commissione parlamentare sul fenomeno della mafia).

 

Ma quali contributi può fornire una banca dati fattuale alle indagini dell’autorità giudiziaria inquirente? Per rispondere all’interrogativo occorre innanzi tutto chiedersi quali dati possono esservi utilmente inseriti :

 

 

Il computer risulta, inoltre, ancora più utile in relazione all’immagazzinamento delle informazioni assunte ai fini delle indagini e, soprattutto, attraverso l’inserimento di documenti quali:

 

 

Si tratta sempre più spesso di materiali che vengono a formare chili e chili di documentazione, assolutamente ingestibile con strumenti diversi dal computer. In particolare, una volta inseriti tutti questi dati nella memoria – tramite «battitura» manuale, oppure per mezzo di passaggio a scanner, con successivo riconoscimento mercè un programma di OCR (optical caracter recognition), o addirittura tramite dettatura con un programma di riconoscimento vocale – sarà possibile il reperimento dei documenti di volta in volta necessari mediante la semplice digitazione di uno o più  nomi o codici. Non solo: i programmi di gestione e reperimento di tali dati, chiamati programmi di data retrieval, consentono l’effettuazione di operazioni assolutamente impensabili seguendo i metodi «tradizionali».

 

L’esempio che amo riportare in questo caso è tratto dal racconto di un collega, sostituto procuratore della Repubblica a Roma, il quale stava indagando nei confronti di un soggetto sospettato di trafficare in sostanze stupefacenti, ma che svolgeva anche un’attività di «copertura». Questa persona, sottoposta ad intercettazioni telefoniche, teneva però un comportamento assai circospetto, che rendeva quanto mai difficile una sua incriminazione, finchè un giorno non si lasciò scappare al telefono la frase: «ma quando arrivano i materassi dalla Colombia ?». A questo punto fu estremamente agevole, proprio tramite il programma di data retrieval, individuare immediatamente in quali dati e nelle conversazioni con quali utenze telefoniche e con quali persone ricorreva il termine «materassi», per circoscrivere immediatamente l’imponente materiale a disposizione a quei documenti necessari ad incriminare il trafficante ed i suoi complici.

 

L’uso dell’information retrieval consente anche l’immediato raffronto incrociato dei dati sparsi all’interno di fascicoli processuali dalle dimensioni incommensurabili. Così se il pentito Tizio afferma di avere visto il sospetto Caio trattare con il noto mafioso Sempronio nel bar X della 43a  Strada di New York, potrà subito riscontrarsi se nel fascicolo di Caio compare una prenotazione per New York e in quale data, oppure se di questo colloquio altri testi parlano in altri verbali (cioè, detto in termini di logica booleana, se, all’interno di uno o più atti giudiziari, i dati «Caio», «Sempronio», «New York», «bar X» compaiono in «AND», vale a dire in necessaria compresenza).

 

In relazione alle esperienze pratiche in concreto svolte nell’ambito giudiziario si ricorda l’esempio del noto processo Teardo, celebrato ormai diversi anni or sono presso il Tribunale di Savona, per la gestione del quale venne predisposto (per la prima volta) una programma, chiamato Teseo che consentì la consultabilità di una base dati formata dalla massa delle notizie acquisite e formate da interrogatori, dalle (numerose) operazioni bancarie eseguite, dai documenti sequestrati, dalle intercettazioni telefoniche ed altro.

 

Il programma Teseo, visto il successo di impiego, venne migliorato notevolmente nella versione successiva, chiamata Perseo, ed in questa versione venne distribuito nei vari uffici giudiziari. Fu in forza di questo programma che poterono essere portati a termine diversi processi rilevanti, quali, tra gli altri: il processo per la strage della stazione di Bologna (Corte di Assise di Bologna), il processo dello scandalo petroli (Tribunale di Torino), il maxiprocesso di Palermo (Corte di Assise di quella città).

 

Tuttavia va osservato che Perseo è un programma di non facile utilizzabilità vuoi per la sua complessità intrinseca, vuoi per la necessità di far ricorso a tutto un insieme di risorse (in termini di personale specializzato e di materiale hardware) il suo uso è, quindi, giustificabile solo, e soprattutto, per la gestione di un processo di dimensioni notevoli.

 

Andrà ancora tenuto presente, per concludere sul tema, che l’elaboratore può costituire un valido ausilio  nell’ambito del settore delle indagini preliminari permettendo il conteggio dei termini di scadenza delle indagini, dei termini prescrizionali del reato e dei termini di carcerazione .

 

 

5.3. Segue. L’informatica giudiziaria amministrativa e l’informatica giudiziaria decisionale.

 

L’informatica giudiziaria amministrativa è quella parte dell’informatica giudiziaria che ha per scopo quello di amministrare il personale ed i servizi di supporto amministrativo degli uffici giudiziari. L’automazione degli uffici giudiziari presenta problemi in parte comuni a quelli degli altri uffici ed in parte propri: sono comuni i problemi relativi alla gestione del personale e dei mezzi; sono propri l’automazione dell’attività ausiliaria e strumentale. Il registro cartaceo, che costituisce attualmente la struttura portante di ogni ufficio pubblico, deve considerarsi uno strumento amministrativo superato, perché incapace di adeguarsi alla sempre maggiore mole di dati dei grandi uffici.

 

La sostituzione di tutti i registri cartacei di un grande ufficio con una sola banca dati permetterà di memorizzare i dati una volta sola e di elaborarli, ossia ricercarli, trascriverli, contabilizzarli, comunicarli automaticamente ed a distanza attraverso i terminali, tutte le volte necessarie.

 

L’informatica giudiziaria decisionale affida al computer la soluzione di questioni giuridiche vere e proprie che confluiscono nella decisione della causa, per effetto dell’inserimento nella memoria elettronica degli estremi in cui esse si sostanziano, tradotti nel linguaggio formale e logico della macchina. L’applicazione della norma a casi concreti in via automatica evoca l’immagine di un giudice meccanico, che suscita diffidenze e perplessità in quanto privo d’intelligenza e di umanità. Tuttavia un atteggiamento di rifiuto del ricorso dell’elaboratore in funzione sostitutiva del giudice è un errore perché non tiene conto che l’applicazione del diritto presenta una gradualità di forme che vanno da quelle in cui prevalgono elementi ripetitivi e costanti a quelle che richiedono valutazioni di carattere squisitamente discrezionale. Nelle fattispecie in cui vi è la costante presenza di certe premesse ben definite, dalle quali si possono trarre in via consequenziale conclusioni anch’esse costanti, l’intervento dell’elaboratore è senz’altro da favorire se non altro per sollevare il giudice da un lavoro ripetitivo e routinario che gli impedisce di dedicarsi con maggiore impegno ai casi più complessi.

 

Nell’ambito di quest’ultimo settore va segnalato il programma denominato «Polis» (su cui già si sono date alcune informazioni nel § 4). Si tratta di un sistema informativo orientato alla archiviazione e diffusione dei provvedimenti emessi in materia civile (progetto precedentemente denominato Area locale). Il programma ha due specifiche funzioni: l’una di archivio delle sentenze e degli altri provvedimenti aventi natura decisoria, l’altra di raccolta giurisprudenziale e di sistema informatico finalizzati alla redazione facilitata dei provvedimenti medesimi.

 

In un primo tempo, e in attesa di adeguamenti normativi, l’originale delle sentenze sarà depositato ancora su supporto cartaceo. Contestualmente, però, verrà archiviata, su supporto telematico, una copia autenticata con firma digitale che sarà utilizzata per ricerche giurisprudenziali, rilascio di copie alle parti ecc.

 

Sarà necessario studiare specifiche procedure per assicurare che la copia archiviata su supporto informatico corrisponda esattamente a quella depositata su supporto cartaceo, ma le precauzioni da utilizzare non costituiranno certo un aggravio di lavoro per le cancellerie mentre la facilitazione per le parti di accesso al documento avrà notevoli ripercussioni positive nel lavoro dell’ufficio.

 

Per quanto concerne l’aspetto della ricerca dei documenti, molto dipenderà dalla diligenza con la quale verranno memorizzate, da parte dei magistrati estensori, le chiavi di ricerca. E’ certo, però, che l’attività che si richiede verrà in breve tempo tesaurizzata con la creazione di un archivio di indirizzi giurisprudenziali anche in settori dove, per la specificità dei temi, non è possibile utilizzare la giurisprudenza di legittimità. La creazione di una tale banca dati è tanto più necessaria con l’introduzione del giudice monocratico che ha eliminato, in molte materie, il confronto che, pur con limiti e approssimazioni, si svolgeva nell’ambito del collegio.

 

Il programma, ovviamente, deve «colloquiare» con gli altri pacchetti, segnatamente con quelli del contenzioso civile, del lavoro, dei procedimenti speciali e di quelli in materia di stato e di famiglia.

 

Per ulteriori informazioni sul programma sul processo civile telematico si può rinviare ai siti:

http://pst.giustizia.it/PST/

http://www.consiglionazionaleforense.it/site/home/area-avvocati/processo-civile-telematico/articolo8598.html

 

 

6. L’informatica personale. Premessa.

 

Ho già accennato al fatto che vi è un settore dell’informatica giuridica che ritengo estremamente importante e che ho definito informatica giuridica personale, cioè quella disciplina che studia l’impiego degli strumenti dell’informatica personale (personal computer, relative periferiche e relativi softwares) per

 

 

L’impiego dell’informatica nell’apprendimento del diritto è tanto più importante quanto più dequalificata diviene la preparazione fornita dalle nostre facoltà giuridiche che, come ognuno avrà potuto constatare, si trovano oggi in una situazione di gravissima crisi, incapaci come sono di garantire una preparazione in grado di consentire ai neolaureati di affrontare decorosamente (non già il mondo delle professioni legali, ma neppure) gli esami di stato o i concorsi postuniversitari (o, addirittura, le prove di ammissione agli istituti di formazione diretti alla preparazione di tali momenti di selezione dei candidati).

 

Ogni laureato in giurisprudenza sa fin troppo bene che avrà solo successo solo chi sarà in grado di divenire un buon autodidatta. E il ruolo dell’informatica nella formazione autodidattica è veramente fondamentale; fondamentale specialmente nelle due direzioni nelle quali il neolaureato in giurisprudenza deve oggi sapersi muovere:

 

 

Il computer è particolarmente indicato nell’apprendimento del diritto, a cominciare, per così dire, dalla sua (se mi si passa l’espressione) «struttura primigenia». Intendo qui riferirmi alla possibilità di organizzare e raccogliere materiale suddividendolo per argomenti all’interno della memoria di massa sul disco rigido. Quest’ultimo infatti si presta ad una suddivisione tendenzialmente infinita in argomenti, sotto-argomenti, sotto-sotto-argomenti e così via, mediante una struttura «a ramo d’albero» che risponde assai bene alla struttura che può imprimersi allo scibile giuridico (e che deve imprimersi – per quanto possibile – nel nostro cervello, se vogliamo organizzare le nostre conoscenze in modo tale da non dimenticarle e da poterle sfruttare al momento opportuno, con il risultato, peraltro, a tutti ben noto, di cagionare talora singolari forme di deformazione mentale e professionale…).

 

Così, se sto studiando il diritto di famiglia e voglio organizzare le mie conoscenze e i dati di cui dispongo al riguardo, potrò creare una directory chiamata «famiglia», suddivisa a sua volta in due directories chiamate «matrimonio» e «filiazione»; la prima delle due potrà a sua volta dividersi in «promessa di matrimonio», «celebrazione», «problemi di validità», «effetti personali», «effetti patrimoniali», «crisi coniugale»; quest’ultima sub-sub directory potrà a sua volta dividersi in «separazione» e «divorzio» e così via.

 

Una volta creata una struttura di questo genere sarà agevole inserire per ordine il materiale normativo, dottrinario e giurisprudenziale, magari acquisito mediante i mezzi dell’informatica giuridica documentale le mie osservazioni, riflessioni, critiche, etc. Tutto questo materiale potrà poi essere agevolmente reperito mediante gli strumenti dell’information retrieval: dalla funzione «trova file» di Windows e/o di Word, a programmi assai più raffinati.

 

Uno di questi era costituito (ormai diversi anni or sono!) da Altavista discovery, rimasto disponibile presso il sito Altavista gratuitamente sino a tutto il 2000. Successivamente esso è stato, a quanto pare, tolto dal mercato.

 

Un programma che promette miracoli (l’autore del presente lavoro non ha però avuto modo di testarlo) è il seguente: 

 

Data detective PC search

disponibile presso il sito:

http://www.freedownloadscenter.com/Utilities/File_Search_Utilities/Data_Detective_PC_Search.html.

Ecco la descrizione che ne dà la relativa scheda:

 

Data Detective™ PC Search 3.0 helps you track and manage the documents and e-mail files stored on your computer. By allowing you to find documents/e-mails based on document content, you can always find a document - regardless of where it is located or how it is named.

With Data Detective™ PC Search 3.0 you can:

  • Find a contract written years ago that was misfiled or named incorrectly
  • Locate a letter when only a word or phrase can be remembered
  • Retrieve an important e-mail out of hundreds received by the same person

New Features:

  • Expanded file format support: PDF, PowerPoint, Excel, Outlook, MS Works
  • Full phrase, proximity, Boolean and wildcard search capability
  • Expanded mail-client support
  • Upgrades performed by drag and drop
  • Unicode support for multiple languages
  • Index and search removable devices
  • Index update feature
  • Dynamic Search feature (index and search on the fly!)
  • Quickview option
  • UNC compliance
  • Search
  • Compression archive (Zip file) searches

Data Detective™ PC Search 3.0 is a must-have for everyone who works with large arrays of data. No more fussing. No more wasting time. No more frustration. Now you can enjoy total control of your data.

 

 

Da segnalare anche il programma InfoRapid Search & Replace, gratuitamente scaricabile dal sito seguente:

http://www.inforapid.de/html/searchreplace.htm

 

Ecco la valutazione e la descrizione del progamma stesso, rinvenibile nella pagina ora citata:

 

Short Description of the Program

InfoRapid Search & Replace is one of the most powerful text retrieval programs currently available for Microsoft Windows. With its built-in converters, it’s excellently suitable for searching and previewing HTML and RTF documents. In pure text files, the found text passages can be replaced after the search is over. The search and replace process can be automated with the help of batch files to replace several phrases in one step. The found documents can be opened in a preview window, in which the matches are highlighted. A special feature is that InfoRapid can use Microsoft Office converters to search WinWord, Excel, Lotus and other documents and preview them in their original layout.

The advantages of InfoRapid Search & Replace lie in the diverse search options and in the simple operation and handiness. A click on a hypertext link in the search result list opens the corresponding file in the text viewer and jumps directly to the marked passage. Another click, this time with the right mouse button, brings you back to the search result list. You can browse through the search result list with the function keys F5 and F6, without shifting between the file viewer and the search result list every time. If you discover a word you want to look further on, a double click on it is sufficient to take it as new search expression and start a new search. Up to 999 search result pages and search parameters can be stored in a database, from where they can be recalled via a register.

InfoRapid Search & Replace is freeware and may be copied, distributed and used for private purposes without any limitations. Installing and using the freeware version on a commercially used computer is absolutely prohibited. In order to use the program commercially, you need one license

(25 Euro ) for every user. If you want to license InfoRapid Search & Replace for more than 10 users, then you can also buy a much cheaper site license. Please ask me for details.

And that’s what the press has written about InfoRapid

 

PC WORLD

 

Once I tried this gem, I never used Windows’ Find feature again. Like Find, InfoRapid lets me search for text in nearly any file. But InfoRapid’s search combinations are vast, including Boolean operators (AND, NOT, OR and NEAR) and phonetic searches. I can actually view the files with built-in viewers for text, HTML, RTF and common image file formats such as BMP and JPEG. Search results are highlighted, and a double-click on any other word starts a new search. (Issue MAY 2000, Page 43)

Copyright 2001 by Ingo Straub Softwareentwicklung, Wäschenbeuren

 

 

Naturalmente, questo modo di procedere nella preparazione personale, come tutti i comportamenti umani, può presentare dei rischi e dei risvolti negativi. Il principale è dato da quel falso «senso di sicurezza» che si prova una volta inserito del materiale nel proprio archivio elettronico: mi riferisco, cioè, all’illusione di «possedere l’argomento», solo perchè ho travasato nella memoria del mio computer un articolo o una sentenza su di una certa questione.

 

Il rimedio può essere trovato seguendo gli accorgimenti seguenti:

 

 

In definitiva, il punto cui occorre arrivare è costituito da una vera e propria «interazione» tra intelligenza umana ed intelligenza artificiale, mediante utilizzo del cervello – se mi si passa l’espressione – non più solo come un contenitore di ricordi ed informazioni, ma come un meccanismo in grado di evocare e reperire, con l’aiuto di strumenti informatici, conoscenze immagazzinate in banche dati residenti presso uno o più elaboratori o, perchè no, nella rete mondiale. Come esattamente osservato da alcuni esperti informatici «Non si tratta (...) di considerare la memoria come un semplice elaboratore di carico/scarico dell’informazione, ma come un dispositivo in grado di costituire una rete autonoma interpretativa in grado di confrontarsi e connettersi al «generale»» (cfr. Parrini e Bite, I motori di ricerca nel caos della rete. Kit di sopravvivenza , Milano, Shake Edizioni Underground, 2001, p. 17).

 

 

6.1. Segue. Gli ipertesti.

 

Proprio prendendo lo spunto dall’ultimo dei suggerimenti testè menzionati occorre ora soffermarsi sull’utilizzo degli ipertesti nel campo giuridico, con speciale riguardo al momento della formazione del giurista.

 

Il modo di trasmissione delle idee, delle conoscenze e delle esperienze, in generale così come nel settore giuridico è tradizionalmente di tipo lineare. Non appena venne inventata la scrittura, infatti, l’uomo si rese conto che per comunicare con i suoi simili aveva bisogno di «dare ordine» alle proprie idee ed allineare, l’uno dopo l’altro, una serie di segni in grado di riprodurre in maniera più o meno fedele tali idee.

 

Ora, non sempre questa maniera di esposizione lineare, mediante una sequenza ordinata di parole e di frasi, consente di esprimere la ricchezza dei concetti e delle relazioni tra di essi e con altri concetti che «stanno dietro» quel particolare discorso. Ciò è tanto più vero per quanto attiene al linguaggio giuridico, dove, come ben sappiamo, dietro ogni parola si celano biblioteche intere di dottrina e giurisprudenza, oltre che una fitta trama di relazioni ed interconnessioni. Per questo ben presto sono nate forme di esposizione del sapere giuridico in grado di presentare tangibilmente i diversi piani su cui il discorso corre. Significativo è l’esempio delle glosse e dei commenti ai passi del digesto e delle altre fonti romane: inventati nel medioevo dalle scuole dei glossatori, prima, e dei commentatori, dopo, questi particolari testi, dapprima copiati dagli amanuensi, vennero trasfusi in edizioni stampate, una volta che l’invenzione di Gutenberg si diffuse in Europa. Tutti conosciamo poi l’utilizzo delle note a piè di pagina, che rappresenta una vera e propria forma rudimentale di ipertesto.

 

Si definisce ipertesto un testo composto da più testi, a loro volta organizzati in forma (non sequenziale o lineare, ma) reticolare, mediante una serie di legami (links) tra di essi e tra ciascuno di essi e il testo-base. Per un interessante sito al riguardo, in materia di ipertesti nel campo letterario, cliccare qui (a proposito lo sapevate che anche il Talmud era un ipertesto ? Provate a leggere questo interessante articolo tratto dal quotidiano «Repubblica»).

 

Proprio questo testo di informatica giuridica, per esempio, è organizzato in forma ipertestuale: in esso, infatti, come in qualsiasi altro ipertesto, i links sono evidenziati da un particolare tipo di grafia (di solito sottolineatura e impiego del colore azzurro); mediante un semplice click del mouse sul link si accede alla pagina collegata, che contiene una spiegazione, un approfondimento, un commento, ecc.

 

Il World Wide Web (WWW) altro non è che un’enorme rete organizzata in forma ipertestuale, caratterizzata dalla presenza di milioni di pagine collegate a loro volta da milioni di links (ma su questo argomento, ovviamente, si avrà modo di tornare in seguito, affrontando il tema «Internet per giuristi»).

 

Si diceva in precedenza che l’organizzazione e l’esposizione in forma reticolare ben s’addice alla trattazione dei temi giuridici. A ben vedere, infatti, proprio lo stesso testo normativo presenta caratteristiche tali da renderlo idoneo alla presentazione sotto forma ipertestuale.

 

A ben vedere, il campo normativo – ancora a prescindere dai richiami alla dottrina ed alla giurisprudenza – è caratterizzato da tre possibili livelli di collegamento ipertestuale :

 

·      il primo è dato dal richiamo esplicito di un articolo da parte di un altro: cfr. per es. art. 1483 c.c. (che richiama espressamente l’art. 1479 c.c.). In questo contesto possono essere citate le versioni ipertestuali del codice civile disponibili online. Diversi sono ormai i siti nei quali il codice civile viene pubblicato, sovente corredato di note esplicative, brevi commenti, richiami «interni» (cioè tra i vari articoli dello stesso codice) o «esterni» (cioè ad articoli di leggi speciali). Tutto ciò è agevolato dalla forma «ipertestuale» dei documenti informatici, con cui i richiami da un testo all’altro sono evidenziati da un link che si può attivare mediante un semplice click del mouse. Sovente poi tali siti sono dotati di motori di ricerca interni, che consentono una ricerca degli articoli digitandone il numero, oppure semplicemente inserendo le parole del testo. A titolo d’esempio possiamo segnalare i siti seguenti:

§      http://www.infoleges.it/service1/scheda.aspx?id=32807&service=1&ordinal=&fulltext=&sommario=true

§      http://www.leggiweb.it 

§      http://www.codicisimone.it/codici/index0.htm

§      http://www.studiocelentano.it/codici/cc/

§      http://www.cercaleggi.it/

§      http://www.paramond.it/codice_civile/

§      http://dbase.ipzs.it/cgi-free/db2www/notai/arti.mac/input?swpag=12A

§      (per un esperimento meno riuscito cfr. codice civile in formato ipertestuale del Cardozo Electronic Law Bulletin);

·      il secondo è dato dal richiamo implicito di un articolo da parte di un altro (es.: art. 1471 c.c.);

·      il terzo è dato dai richiami impliciti o espliciti ai concetti giuridici sottesi alle norme: così, per esempio, l’art. 1324 c.c. richiama implicitamente la figura del negozio giuridico .

 

Prendendo lo spunto da questo ultimo caso si può naturalmente andare ancora più avanti: si possono così scoprire collegamenti idonei ad essere evidenziati tramite links ipertestuali ad ogni piè sospinto.

 

Si ponga mente, per esempio, alla riflessione scaturente dai seguenti passaggi logici:

 

 

LIBRO PRIMO DEL CODICE CIVILE

Art. 177, lett. a) c.c. ===> acquisti ===> diritti acquistati

LIBRO TERZO DEL C.C.

LIBRO QUARTO DEL C.C.

Art. 922 c.c.: i diritti possono essere acquistati:

Art. 1470 c.c. ===> o di un altro diritto:

  • a titolo originario
  • a titolo derivativo

diritti da acquistarsi:

  • reali
    • proprietà
    • jura in re aliena
  • di credito

 

L’elemento che collega quindi questi tre quadri è dato dalla presenza di un diritto come oggetto di una vicenda acquisitiva. Questo è dunque il nodo (uno dei tanti possibili, naturalmente) che viene a stabilire un rapporto tra tre libri del c.c. apparentemente così «distanti» l’uno dall’altro.

 

 

6.2. Segue. L’informatica gestionale legale.

 

a) I sistemi forensi.

A partire dagli anni 1980 si sono cominciati a sviluppare appositi softwares per l’organizzazione e la gestione degli studi legali (per dettagli al riguardo cfr. Taddei Elmi, Corso di informatica giuridica , Napoli, 2000, pag. 74 ss.).

 

La peculiarità di questi sistemi consiste nel tentativo di prendere in consegna l’intero iter della pratica legale, razionalizzandone e ottimizzandone le operazioni. Le informazioni vengono inscritte una sola volta ed è il sistema che, a seconda del momento procedurale, richiama automaticamente gli elementi necessari.

 

Le principali funzioni possono così riassumersi:

 

 

Tra i vari software sviluppati meritano di essere ricordati: il GESTA, il Theorema, il PAC, il sistema L/LX, il SISLEG, l’OMNIA, il GIL 2000, il Prometeo e il programmer Pratiche Legali. Più recenti sono l’Alterego, l’Archimede, Lex-Arc, il Tedforum e l’As Studio 2000.

 

Un altro strumento informatico che riguarda 1’area dell’ufficio legale è costituto dai programmi per dettatura vocale. Due sono i principali software attualmente in commercio: il Dragon Dictate della casa americana Dragon Software e l’IBM Voicetype Giuridica della Giuffrè.

 

Per una ricerca di software gestionali per lo studio legale è sufficiente del resto digitare negli appositi spazi in Google (http://www.google.com) le espressioni «software» e «studio legale»).

 

I motivi che non consentono ancora una vasta diffusione in Italia dei sistemi di automazione degli studi legali sono due: il primo culturale, consistente nel fatto che il mondo forense è ancora legato a una concezione umanistica non solo della scienza giuridica ma anche del lavoro burocratico che la sottende; il secondo tecnico, basato sul fatto che, o si è tentato di utilizzare prodotti informatici generali di automazione di un ufficio tout court che mal si adattavano ai problemi specifici dello studio legale, oppure si è delegato il compito di analisi agli informatici senza il contributo essenziale del professionista legale.

 

b) I sistemi notarili.

Diversamente da quanto è avvenuto per la categorie degli avvocati, che si sono sempre mostrati resistenti all’informatizzazione dei loro studi, il notariato sin dall’inizio ha rivolto una forte attenzione all’informatica. La differenza fondamentale tra notai e avvocati consiste nel fatto che mentre questi ultimi, salvo alcune eccezioni, hanno lasciato agli informatici il compito di ideare e costruire i programmi, al contrario i notai si sono fatti carico in prima persona dell’iniziativa e hanno tentato di promuovere l’informatica in quei settori che, a loro giudizio, meglio si prestavano alla computerizzazione c dove si verificavano le maggiori carenze e disfunzioni. E’ del 1962 infatti il primo connubio tra notariato e informatica che dette vita al modello Tupini, un semplice sistema di reperimento automatico degli atti.

 

Il primo sistema che aveva 1’ambizione di gestire integralmente lo studio notarile è il programmer NOEMI. Ideato e realizzato dal notaio milanese Angelo Gallizia, insieme all’ingegnere Maretti, il sistema era capace di gestire automaticamente 1’atto notarile e tutti i suoi sottoprodotti. Le iniziative successive nel campo dell’informatica notarile sono tutte tributarie di questa impresa. i1 successo della diffusione informatica notarile è dovuto al fatto che lo stesso Consiglio Nazionale del Notariato alla fine degli anni 1970 si fece carico di coordinare, in modo accentrato e unitario, lo sviluppo dell’automazione delle attività notarili, evitando così il pericolo della frammentazione individualistica che invece regnava negli altri ambiti professionali. Il Consiglio Notarile varò corsi di addestramento e promosse a livello nazionale una campagna di alfabetizzazione informatica dei propri iscritti. I risultati non si sono fatti attendere e già alla fine degli anni 1980 un quinto dei notai faceva uso dei sistemi informatici nel proprio studio.

 

Uno dei motivi del successo dell’informatica notarile è forse anche legato al tipo di attività, che presenta sovente larghi segmenti ripetitivi. I sistemi di automazione dello studio notarile sono oggi numerosi. Alcuni si dimostrano completi e idonei a rispondere a tutte le esigenze operative e gestionali che gli studi notarili si trovano a dover affrontare. L’attività notarile può essere schematizzata in più moduli:

o    gestione atti,

o    gestione formalità,

o    gestione repertorio e indici,

o    gestione pratiche,

o    scadenzario parcellazione e fatturazione,

o    gestione crediti e anticipi,

o    contabilità di studio.

 

Il modulo iniziale è il gestore di atti che serve a preparare, comporre e correggere gli atti. L’atto appare come una struttura corredata da formule tipiche che possono essere personalizzate. Vengono poi inseriti i dati variabili. Normalmente questi sistemi sono anche affiancati da una procedura di verifica che controllerà la contraddittorietà di dati immessi.

 

Qualora dati già inseriti debbano essere ripetuti in più luoghi dell’atto essi vengono recuperati automaticamente riducendo il rischio di errori di digitazione. I dati inseriti nell’atto vengono riutilizzati per la redazione delle formalità necessarie (richiesta di registrazione, nota di trascrizione, domanda di voltura catastale, ecc.).

 

Il programmer «gestione formalità» è collegato al programmer «gestione pratiche» e  «scadenzario», per la determinazione degli adempimenti in scadenza. Comprende la gestione dell’agenda degli impegni (stipula atti) e delle scadenze relative agli adempimenti inerenti a ogni tipo di pratica. Il programmer di parcellazione e fatturazione calcola 1’ammontare delle parcelle in base ai criteri base ovviamente modificabili di volta in volta. Un altro programmer molto utile per uno studio notarile è quello della «gestione crediti e anticipi» poiché offre la visione della situazione complessiva dei crediti dello studio. Generalmente un sistema completo gestisce anche i registri di rilevanza fiscale. Tra i principali sistemi per la informatica notarile si ricorda il sistema APRI, il Sistema Notai e il sistema Gin 2000 (Gestione integrate notarile).

 

 

7. L’informatica giuridica online.

 

Tra i principali centri di studio e ricerca sull’informatica giuridica possiamo segnalare i seguenti:

 

·      www.cirsfid.unibo.it

·      http://www.ittig.cnr.it/

·      Eulisp (European Legal Informatics Study Programme)

·      Australasian Legal Information Institute

·      The Center for Law and Computers at Chicago-Kent College of Law

·      Interdisciplinary Centre for Law & Information Technology Katholieke Universiteit Leuven

·      Swedish Law and Informatics Research Institute

·      The Computer Law Association

 

Indicazioni utili sull’informatica giuridica (documentale) possono reperirsi ai siti seguenti:

 

 

Motori di ricerca italiani specializzati nel campo giuridico:

·      http://www.ittig.cnr.it/BancheDatiGuide/dottrina/Motori.htm

·      http://www.diritto.it/art.php?file=/indici/leggi.html

 

Elenchi siti istituzionali:

·      http://www.camera.it/%5Freferencedesknew/

 

 

8. Alcuni testi consigliati.

·      R. Bin, N. Lucchi, Informatica per le scienze giuridiche, CEDAM, Padova, 2002.

·      F. Bite, C. Parrini, I motori di ricerca nel caos della rete. Kit di sopravvivenza, Shake, Milano, 2001.

·      R. Borruso, Corso di informatica giuridica, Milano, 2002.

·      F. Brugaletta, Internet per giuristi, Simone, Napoli, ult. ediz.

·      F. Brugaletta, Trovare leggi e sentenze gratis, Simone, Napoli, ult. ediz.

·      G. Cariddi, Metodologia e tecniche dell’informatica giuridca, Giuffrè, Milano.

·      CNR - Information Technology and the Law - an International Bibliography, Martinus Nijhoff Publishers.

·      B. Cooper, Ricerche in Internet, Apogeo, Milano, 2001.

·      Enrique Perez Luno, Saggi di informatica giuridica , Giuffrè, Milano.

·      E. Giannantonio, Introduzione all’informatica giuridica , Giuffrè, Milano, ult. ediz.

·      E. Giannantonio, Manuale di diritto dell’informatica , Cedam, Padova, ult. ediz.

·      H. Hance, Internet e la legge, ed. McGaw-Hill.

·      M.G. Losano, Il diritto privato dell’informatica , Einaudi, Torino.

·      R. Lesina, Software & hardware - Dizionario dei termini informatici, Zanichelli, Bologna.

·      F. Metitieri, R. Ridi, Ricerche bibliografiche in Internet, Apogeo, Milano, 1998.

·      R. Nannucci, Lineamenti di informatica giuridica, teoria, metodi, applicazioni, Napoli, 2002.

·      V. Novelli, E. Giannantonio, Manuale per la ricerca elettronica dei documenti giuridici, Giuffrè, Milano.

·      N. Palazzolo, Corso di informatica giuridica. Dispense, Libreria Editrice Torre s.n.c., Catania, 1998.

·      F.-J. Pansier, E. Jez, Initiation à l’Internet juridique, Litec, Paris, 2000.

·      G. Pascuzzi, Cercare il diritto, Zanichelli, Bologna, 1998.

·      C. Sarzana, Informatica e diritto penale, Giuffrè, Milano.

·      G. Taddei Elmi, Corso di informatica giuridica, Napoli, Simone, 2000.

·      P. Tiedemann, Internet für Juristen. Eine praxisorientierte Einführung, Primus Verlag, Darmstadt, 1999.

·      N. Tortello, P. Lointer, Internet pour les juristes, Dalloz, Paris, 1996.

·      G. Ziccardi, Informatica giuridica, Milano, 2006.

 

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